Riflessioni dopo un saggio di Vincenzo Calì su Cesare Battisti e la Grande Guerra

Riflessioni dopo un saggio di Vincenzo Calì su Cesare Battisti e la Grande Guerra

 Un saggio dello storico Vincenzo Calì, a lungo direttore del Museo del Risorgimento e della lottà per la libertà (oggi Museo Storico) di Trento, su "Cesare Battisti: la tragedia, la memoria, l'eredità. Cent'anni dopo il 24 maggio 1915", che è il numero monografico de "Il Margine", anno 35 (20159, n.5), ripropone i dilemmi dei socialisti, non solo di Battisti, di fronte alla questione nazionale, ma anche alla guerra:

A) Battisti, come tutti o quasi i socialisti del suo tempo (francesi, italiani, germanici, austriaci e di altre nazionalità) e forse di sempre, tendeva a un superamento della/e nazionalità ("L'operaio non ha patria", Karl Marx dixit e Marx per i socialisti del tempo era ancora determinante, pur se con varie "revisioni"), ma al tempo stesso era giustamente convinto dell'italianità del Trentino (non del Suedtirol/Alto Adige, su cui non si esprime se non raramente).

Un libro sulla deportazione nazista: "I vivi e i morti" di Mino Micheli

Un libro sulla deportazione nazista: "I vivi e i morti" di Mino Micheli

E' raro che un libro nasca da un militante e diventi un esempio di testimonianza (e di monito, si noti l'assonanza e la comune radice dei due lemmi) civile "forever": è il caso di "I vivi e i morti" di Mino Micheli (Milano, Mondadori, 1967), partigiano e militante socialista, nato a Leno (Brescia) nel dicembre 1902, che fu "ospite" del campo "di passaggio" di Bolzano e poi del Lager di Mauthausen, uscendone vivo e riuscendo a scrivere quest'opera, che è, appunto di testimonianza in primis etica e poi lato sensu "politica" contro la barbarie nazista.

"Straordinaria galleria di ritratti", la definisce giustamente Mario Bonfantini, critico e storico della letteratura, dove Micheli parla dei suoi "copains de l'orage", dei suoi co-deportati, di cui pochissimi ebbero la ventura di sortire dal Lager all'arrivo liberatore dell'esercito USA (senza l'arrivo dei soldati USA non ci sarebbe stata "liberazione", come anche in misura molto minore senza quello dell'Armata Rossa sovietica; ciò non toglie nulla al valore della Resistenza italiana, dove, come anche in questo libro, si riscopre l'importanza della componente socialista e di quella "liberal-socialista" e "liberaldemocratica" del Partito d'Azione, contro una visione a stampo unico, per cui solo i militanti comunisti sarebbero stati praticamente i soli resistenti...).

Claudio Nolet: "La Provincia difficile"

E' uscito il volume "La provincia difficile" (edizioni Alpha e Beta e Centro di cultura dell'Alto Adige, Bolzano, 204, a cura di Sandro Ottoni), che comprende le "Cronache politiche altoatesine", scritte, cum ira et studio, da Claudio Nolet, ex-assessore alla cultura, docente di filosofia e storia, dirigente scolastico, intellettuale triestino, esponente socialista e per lunghi anni segretario altoatesino di quel partito,  ben presto "preso in custodia" dall'Alto-Adige/Südtirol.

Ricostruzione di fatti ed eventi locali in rapporto alla realtà italiana e non solo. Considerazioni importanti, valide a livello situazionale ma anche complessivo, come la seguente: "Forse si potrebbe ammettere che appartenere ad una minoranza in qualsiasi situazione, magari familiare, non è piacevole. Non si comprenderebbe altrimenti come  mai abbiano la meglio i comportamenti conformisti in generale e che il pensare diversamente abbia un costo a volte altissimo.  Allora un certo disagio degli italiani potrebbe essere una naturale costante, in fondo innocua, visto che non è prevedibile un processo di assimilazione che sarebbe del resto lunghissimo" (op.cit., p.72).

Didattica con internet, tutto oro ciò che riluce?

Internet, tutto oro ciò che riluce?

Serge Noiret: Riflessioni sui buoni e meno buoni risvolti dell’insegnamento a distanza con Internet...

Negli ultimi tempi sono apparsi libri critici nei confronti delle nuove tecnologie del computer e in particolare di Internet. Passato il momento dell’euforia telematica, dell’idea di una democrazia della comunicazione e nella comunicazione che, crescendo dal basso senza meta prefissata, niente e nessuno avrebbe potuto far tacere (nemmeno il governo totalitario cinese che prova a erigere barriere attorno a un Internet imbavagliato), nuovi segnali editoriali stigmatizzano invece le perversioni di Internet. La rete si starebbe trasformando da fonte essenziale di informazione e di diffusione di informazioni a vero immondezzaio di notizie incontrollabili e incontrollate dove l’approssimazione scientifica si spaccia per conoscenza vera. 

I critici di Internet mettono in evidenza soprattutto l’impossibilità di trovare la propria strada nel mostruoso mare di nefandezze e di individuare spazi di conoscenza vera e accurata, quella che viene vagliata e prodotta da chi, nelle varie discipline, ne è produttore e depositario: intellettuali, accademici, scienziati, tecnici ecc.(read more_clicca sul titolo)

Esperienze della nuova didattica in Alto Adige

Esperienze della nuova didattica in Alto Adige

Un progetto di didattica collaborativa nelle scuole altoatesine.

Protagonisti ragazzi della scuola italiana e della scuola tedesca.

Il progetto interdisciplinare di scrittura creativa e collaborativa è partito da un'idea di gemellaggio tra due classi II di madrelingua italiana (Bolzano) e tedesca (Merano). L'idea è stata quella di utilizzare la comunicazione in rete (e-mail e chat) per conoscersi e lavorare insieme, prima su un preciso argomento (l'acqua) e poi per scrivere un testo narrativo a più mani e a distanza,  corredandolo di immagini che illustrino le storie, in cui i ragazzi siano anche gli attori dei loro racconti. Ogni alunno si è dovuto esprimere non nella madrelingua, ma in L2. 

Serge Noiret: Università virtuali ed insegnamenti virtuali: un futuro anche in Europa?

Serge Noiret: Università virtuali ed insegnamenti virtuali: un futuro anche in Europa? 

Vorrei parlare di alcuni progetti europei e italiani di didattica nei laboratori virtuali anche se non riguardano specificamente la storia. 

Nell’Unione Europea e in particolare nella Commissione di Bruxelles, presso la dg-xxii (Education, training, youth) trovano potenzialmente posto i progetti educativi che integrano anche nuove tecnologie. Andiamo sul sito web della dg-xxii con il programma socrates e l’appen­dice per gli studi superiori, il programma erasmus. Uno dei presupposti di socrates verte anche sulle nuove tecnologie volendo favorire la «open and distance education in the European context». Esiste inoltre il programma Leonardo da Vinci per l’educazione a distanza, ora incorporato in Erasmus plus.

WEB SEMANTICO. La semantica tutti i giorni in un clic

Colloquio con il ricercatore della Fondazione Bruno Kessler, Bernardo Magnini

Non ce ne rendiamo conto, ma quando clicchiamo l’interruttore automatico di un motore di ricerca o diamo comandi vocali ad un navigatore, stiamo usufruendo di tecnologie della semantica, frutto della ricerca di quindici anni nella comprensione del linguaggio e nella traduzione automatica statistica. Di questo si è discusso nel corso della tre giorni di convegno internazionale “Joint Symposium on Semantic Processing - Textual Inference and Structures in Corpora” svoltosi a Povo (Trento) presso la sede della Fondazione Bruno Kessler (20, 21 e 22 Novembre 2013). 

Sale cinema a Bolzano, interesse della politica italiana a zero

Sale cinema a Bolzano, interesse della politica italiana a zero

A Bolzano il cinema "Eden" è chiuso ormai da 1 anno e mezzo, dopo una vita pluricentenaria, avendo rappresentato nell'ambito dei cinema bolzanini una lunga tradizione, "toute une vie" (tutta una vita).

Se non esistono più Astra, Augusteo, Boccaccio, Columbia, Corso, Costellazione, Druso, Roma, Vittoria (cito in ordine non cronologico, ma è facile riconoscere, dai titoli di certi cinema, la loro collocazione storica...) se il cinema "Capitol" si è trasformato in altro, ciò è forse dovuto ai tempi, all'alternarsi di mode e di situazioni storico-culturali, mentre il cinema "Eden", cinéma d'essai, oltre a rappresentare un luogo di aggregazione-socializzazione particolari in centro città, avrebbe potuto costituire un "faro" a livello culturale.

Ma la volontà dei gestori di continuare non è stata in alcun modo premiata da un ente pubblico in caccia di riconoscimenti per "aver fatto i compiti", nel senso della conclamata (e imposta, persino nella denominazione) "spendig review"...

Si fosse trattato di qualche ente o anche di qualche associazione-bacino d'utenza elettorale per le varie forze politiche rappresentate in Comune o Provinca, le cose sarebbero andate ben diversamente.

 Eugen Galasso 

La biblioteca Civica di Bolzano nell'incuria

La biblioteca Civica di Bolzano nell'incuria.

Da molto tempo, per ovvi motivi di distanza, non frequentavo la Biblioteca Civica di Bolzano. Mi è successo pochi giorni fa e la cosa si è rivelata disastrosa: ormai, complice l'incuria della Biblioteca stessa, il luogo è diventato "terra nullius", sorta di Mad Max anni 2010, in preda a sfaccendati che parlano ad alta voce quando le persone studiano e leggono, bevono bibite rumorosamente ed altro (a me hanno rubato un berretto in stile "russo", ma ad altre persone sarà certo toccato di peggio).

Forse la Biblioteca non ha personale da destinare all'uopo, certamente il Comune di Bolzano (in primis il sindaco), in preda alla sindrome da "accoglienza indiscriminata", non vuol punire e sanzionare, per paura di passare per "razzista" o simili. Invece il problema è presto descritto: chi scrive, che si considera ben oltre e comunque al di fuori della logica "buonista" à la San Martino (Saint-Martin, meglio, era francese di Tours, pur se di origini ungheresi), che avrebbe (secondo la leggenda, non la realtà storica) diviso il suo mantello tagliandolo in due per darne la metà a un povero sofferente. Atto oblativo nobilissimo, ma "volontario", non obbligatorio, a Dio piacendo (io non lo farei mai, ma ciò non conta, chi vuole lo faccia pure), che non va imposto e radicato nella cultura. (read more_clicca sul titolo)

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