Arte e mostre

Arte e mostre (11)

Bolzano in mostra: Amore e Psiche di Giacomo Canova


Martedì pomeriggio e fuori finalmente piove. Ho un’ora buca, come si dice, prima di dover andare a prendere mia figlia a scuola. Non ho nemmeno la palestra oggi e così mi dico che è l’occasione perfetta per visitare la mostra dedicata ad Antonio Canova.
Ho poco più di un’ora ma sono certa che basterà! Varco le porte del Centro Trevi di Bolzano e vengo accolta con felicità davanti alla mia richiesta di informazioni riguardo alla mostra. Una signorina mi accompagna e mi spiega come muovermi e da dove cominciare.
Come ad una cena l’entrée è il biglietto da visita di ciò che seguirà, e subito si entra in contatto con la copia scolpita in forma 3d da un robot realizzata dal Gruppo di Magister Art. La riproduzione è fedele all’originale, anche se percepisco la finzione che soffoca un po’ lo stupore che normalmente provo davanti ad un’opera scolpita: quando ci si domanda come un uomo abbia potuto tirare fuori quella cosa li da un pezzo di marmo. Quando l’occhio stupefatto ammira le dita delle mani, le onde dei capelli, lo scivolare dei tessuti. Fermi ma allo stesso tempo mobili, vivi, scolpiti.
Salgo le scale ed entro nella sala principale della mostra. L’attenzione è subito catturata da loro: Amore e Psiche giacenti. Attorno alle pareti quadri e pannelli mi accompagnano nel viaggio rocambolesco e quasi leggendario che la scultura ha vissuto proprio attraversando Bolzano nei primi decenni dell’800, durante il tragitto che da Milano doveva portala a Monaco. Ma la storia mi racconta anche del gran tour che lo stesso Canova fece da Roma verso Vienna e poi in Germania, passando per il Tirolo, e dunque per Bolzano. Un tour fatto di malavoglia e, come si scopre, intrapreso solo per ricevere un vitalizio riservato ai grandi artisti del tempo. Sorrido. Tutto il mondo è paese.
I fatti mi vengono raccontati da un gruppo di studenti dell’ultimo anno del Liceo Classico di Bolzano. Si stanno preparando, presto arriverà una scolaresca e loro oggi faranno da Ciceroni. C’è brusio. A volte rileggo la stessa riga di descrizione del pannello due volte. Ma l’aria sa di vita, ansia, voglia di fare bene! E così inaspettatamente e completamente da fuori programma vengo accompagnata da questi ragazzi, che alternandosi, mi raccontano chi era Canova, la favola di Apuleio, mi riportano al periodo napoleonico con il Viceré d’Italia Eugenio Beaurnais, alla bottega del Canova a Roma dove uno dei suoi allievi riprodusse la copia dell’abbraccio tra Amore e Psiche, che ora è li davanti a me, nella sua bellezza e nelle sue imperfezioni. Mi raccontano di Karl Sigmund Moser, di un giardino segreto nel centro storico di Bolzano, e delle cronache di Giovanni a Prato, che nel 1868 colloca il gruppo di Amore e Psiche a Villa Margone a Trento, dove la storia si chiude.
Guardo questi ragazzi e mi rivedo con affetto e malinconia. Ripenso al mio ultimo anno di liceo, alla vita che stava per spalancarsi: all’università, alle responsabilità, agli esami. Sono stati bravi, semplici come si è a 18 anni, hanno messo passione nel loro racconto, cercando di coinvolgere anche la giovane e timida scolaresca.
Mi avvicino e li ringrazio. I fuori programma in un pomeriggio di pioggia sono sempre una bella sorpresa!

Nell’anno del bicentenario della morte di Antonio Canova, l'Ufficio Cultura della Ripartizione Cultura italiana celebra il genio indiscusso della scultura neoclassica con un'importante mostra presso il Centro Trevi di Bolzano. La mostra, curata da Roberto Pancheri e Michelangelo Lupo, resterà aperta al pubblico fino a domenica 27 novembre. Maggiori informazioni: https://bit.ly/3W31cUA
Ma chi era Antonio Canova? Antonio Canova nasce a Possagno, nel trevigiano nel 1757 e come i giovani dell’epoca si avvicina al mondo della scultura fin da bambino grazie al mestiere del nonno, che notando il suo talento lo avvia allo studio della scultura nella città di Venezia, dove oltre ad aprire il suo laboratorio riceve le prime importanti commissioni. Solo nel 1779 grazie ad un viaggio a Roma e agli scavi di Ercolano e Pompei rimane colpito dall’arte scultorea dell’epoca neoclassica che influenzerà per sempre le sue opere. Solo due anni dopo di trasferisce definitivamente a Roma, dove realizzerà le sue opere più famose, tra cui Amore e Psiche giacente nel 1793. Con l’arrivo dei francesi a Roma, Canova torna nella sua città natale dedicandosi alla pittura e visitando il nord Europa, in particolare Vienna. Grazie al ruolo di Ambasciatore a Parigi, incarico datogli da Papa Pio VII, Canova venne inviato a Parigi con il compito di raccogliere e riportare in patria le opere che erano state trafugate durante le campagne napoleoniche. Morì a Venezia nell’ottobre del 1822.

L’architettura che resta. Mostra all'Eurac per scoprire l'architettura razionalista a Bolzano

Si inaugura il prossimo 12 aprile alle 18, presso l'Eurac di ponte Druso a Bolzano, la mostra sul razionalismo a Bolzano che prende spunto dall'opera dei due architetti padovani Francesco Mansutti e Gino Miozzo che, tra il 1934 e il 1936, hanno realizzato a Bolzano, all’imbocco di ponte Druso, la Casa della Giovane Italiana per l’Opera Nazionale Balilla.

Una bella mostra di Jakal all'UNICEF di Bolzano

La mostra di Pasquale "Jakal" Jacobone, funzionario comunale di Bolzano, laureato in filosofia, presso la sede UNICEF di via Corso Italia, che durerà per tutto il mese di giugno, ci mostra un aspetto nuovo del poliedrico artista, che ha un passato teatrale e musicale: si tratta di 12 disegni, incentrati o su figure "topiche" come Albert Einstein, Frida Kahlo, Audrey Hepburn, Alda Merini, ma anche su alcune figure di lattanti, imparentati(e) con l'artista.

Gillo Dorfles, interprete dello "Zeitgeist"

Vero genio universale e homo universalis, nell'accezione dell'Umanesimo e del Rinascimento, Gillo Dorfles, scomparso a quasi 108 anni a Milano, lui triestino. Inizialmente laureato in medicina con specializzazione in psichiatria, Dorfles è stato estetologo, critico d'arte, filosofo, pittore egli stesso (e per nulla "pittore della domenica", anzi...).

Roberto De Luca, artista raffinato

Roberto De Luca dobbiamo considerarlo un artista raffinato, ma in alcun modo lezioso, nel quale la conoscenza strutturale e l'esperienza semantica dell'arte non vanno in alcun modo verso un'arte freddamente accademica o tecnicistica. Lo dimostrano le sue opere, intelligentemente polisemiche, dove un paesaggio, palesemente ispirato a re^veries ma anche a modelli orientali (giapponesi più che cinesi, direi-vedasi l'opera intitolata "hokusai", in cui il modello appunto giapponese viene però riletto-ricollocato in una dimensione decisamente più personale rispetto alle creazioni dell'artista) rimanda però a referenti simbolici importanti quanto da esplorare continuamente (la polisemia, del resto, è =creatio perennis).

nudo femminile

Gianfranco Massimi, le sue opere al "Miami meets Milano"

Dopo due mostre significative, rispettivamente a Spoleto e Venezia, l'artista bolzanino Gianfranco Massimi ha raggiunto un altro traguardo: l'attestato di ammissione all'International Art Exhibition (mostra internazionale, in italiano )"Miami meets Milano" (Miami incontra Milano), che si svolgerà a Miami Beach dal 30 novembre al 4 dicembre di quest'anno.

Si tratta di una rassegna importante, dove l'ammissione è stata garantita da una figura di notevolissimo rilievo come Vittorio Sgarbi e altre figure partecipano all'attestato stesso, come le figure istituzionali della realtà milanese.

Massimi, peraltro conosciuto a Bolzano e in regione, viene ora conosciuto e apprezzato anche internazionalmente, in una città che è un vero crocevia dell'arte. Un'indubbia soddisfazione, oltre che un riconoscimento importante.

Eugen Galasso

Trans-Art 2016, "Festival of Contemporary Culture" a Bolzano

Trans-Art del 2016, ossia il "Festival of Contemporary Culture", organizzato col sostegno della Provincia Autonoma di Bolzano, prevede varie iniziative culturali e spettacoli (musica, di diversi generi, teatro-danza, balletto, altro ancora) con ibridazioni oltremodo interessanti, tutte collocate a cominciare con il prossimo 7 settembre.

La cittadina di Chiusa omaggia i suoi artisti

Ormai un qualcosa di consacrato, questo"3 Mal 75", dedicato da Chiusa/Klausen a tre artisti (pittori) che hanno onorato la cittadina della Val d'Isarco, con formazioni diverse: Irmgard Gamper Delmonego, Horst Steinhauser e Marius Spiller, che quest'anno hanno raggiunto il "traguardo" (ma ormai oggi si parla di centenari e passa..., dunque oggi chi ha 75 anni, se in buona salute, è ancora "giovane").

Irmgard Gamper Delmonego, artista di Chiusa vissuta per anni in Germania, ha una formazione che vuo l"conciliare naturalismo e astrazione, visibile e nascosto", con una notevole rielaborazione di motiv i"Bauhaus", diremmo. Horst Steinhauser, il più fedele alla sua città, è "affascinato da sempre da monti, acqua e dalla natura in genere", che riproduce con perizia, come dimostra anche l'immagine dei fiori della cappella votiva di Sabiona, che risaltano per la loro bellezza. Marius Spiller, il più famoso dei tre, anche per varie mostre svolte negli anni e membro del"Kuenstlerbund", è legato soprattutto alla problematica dei simboli-archetipi, che esprime in maniera notevolmente efficace.

La mostra, che viene inaugurata il 5 di agosto, dura fino al 21 dello stesso mese; è accompagnata da varie visite storico-culturali alla città e da un film televisivo realizzato qualche anno fa su Chiusa nella storia ed oggi.

Eugen Galasso

Gianni Purin, artigiano ed artista, scomparso a 91 anni a Bolzano

Scompare con Gianni Purin, morto in questi giorni a Bolzano a 91 compiuti, un artigiano, pittore, scultore originalissimo. Veneto ma cresciuto nella città del Talvera, Purin, persona modesta e affabile, aveva notevoli spunti artistici, che si esprimevano sia a livello pittorico sia plastico-scultoreo, con creazioni in metallo, dove tematicamente l'interesse di Purin, ancora molto giovane negli anni Cinquanta e nei primi Sessanta, si rivolgeva soprattutto all'esplorazione dello/nello spazio, agli interrogativi cosmologici e cosmogonici, alle domande (che peraltro si ponevano già Giordano Bruno e Cyrano de Bergerac) relativamente alla vita in/su altri pianeti, quando l'esistenza di vita intelligente sulla sola terra sembra decisamente un'assurdità o comunque un'eccezione incomprensibile; pur se sappiamo che nel sistema solare la vita (anche quella non propriamente "intelligente" è resa difficile da condizioni chimico-ambientali profondamente diverse) ciò non sarà il caso in ogni parte del cosmo.  

Non volendo qui differenziare in modo duramente "dicotomico" tra arte e artigianato, sarà però da dire che Purin, nato artigiano, ha già in sé una propensione per l'arte, propensione che negli anni si sviluppa, anche per opera di qualche "mecenate" (qualche collega, qualche gallerista) e diventa quindi "per sé" (fuer sich, hegelianamente) attuandosi, realizzandosi nella creazione di opere. E Purin ha avuto varie soddisfazioni, in specie negli ultimi decenni, con varie mostre personali anche importanti, a Bolzano, ma, per esempio, anche nella collettiva importante realizzata a Fortezza. Da ringraziare, in specie, il collega artista Marius Spiller, decisamente più giovane,  che ha aiutato Purin in maniera determinante.      

Eugen Galasso 

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