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La giornata europea delle lingue: per una cittadinanza più aperta

26 SETTEMBRE: GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE

La Giornata Europea delle Lingue, che si celebrata il 26 settembre, è stata istituita nel 2001 dal Consiglio d'Europa per sensibilizzare sull'importanza della diversità linguistica e culturale in Europa.  L'obiettivo primario è sottolineare il valore delle lingue come strumenti fondamentali di comunicazione, coesione sociale e crescita personale. In Europa si parlano oltre 200 lingue, comprese quelle regionali e minoritarie, che arricchiscono il patrimonio culturale del continente. La conoscenza di più lingue non solo facilita il dialogo interculturale, ma apre la mente a nuove prospettive e promuove la mobilità internazionale. 

Uno dei messaggi chiave della Giornata è l’importanza di apprendere nuove lingue lungo tutto l’arco della vita. Parlare una lingua straniera non solo migliora le capacità comunicative, ma rafforza anche quelle cognitive e sociali, potenziando la memoria, la concentrazione e la capacità di risolvere problemi. L'obiettivo del Consiglio d'Europa è che ogni cittadino europeo possa comunicare in almeno due lingue oltre la propria, favorendo così la mobilità e lo sviluppo di una cittadinanza più consapevole e aperta.

Ogni anno vengono organizzate numerose iniziative per promuovere il multilinguismo, come concorsi linguistici, lezioni dimostrative e spettacoli. Le scuolegiocano un ruolo fondamentale, sensibilizzando i  giovani sull'importanza delle lingue. Le piattaforme digitali, inoltre, offrono strumenti preziosi per partecipare attivamente e apprendere nuove lingue. 

Il multilinguismo è anche un potente strumento di inclusione sociale, essenziale in un mondo sempre più globalizzato e multiculturale. Conoscere più lingue consente di superare le barriere linguistiche e culturali, facilitando l'integrazione di persone provenienti da contesti diversi. Promuovere il multilinguismo significa anche proteggere e valorizzare le lingue minoritarie, preservando la ricchezza culturale e
linguistica dell'Europa. Non ultima la salute della nostra mente: le neuroscienze hanno messo in evidenza come sia importante, per la salute del nostro cervello, studiare le lingue, e questo forse lo sapevamo, ma la vera novità sta nel fatto che è importante studiarle anche in tarda età in quanto lo stimolo dell’apprendimento è talmente potente nel creare sempre nuove reti neurali - un processo noto come neuroplasticità - da poter allontanare anche di 5 anni alcune importanti malattie neurodegenerative tipiche dell’età avanzata come l'Alzheimer e la demenza senile.

Franco Boscolo

La tesi di Sgarbi su arte e artisti "fascisti" non è confermata dalle realtà, come si vede anche a Bolzano

Passato per molte peregrinazioni politiche (percorrendo quasi tutto l'arco costituzionale, in realtà), Vittorio Sgarbi, nuovamente sottosegretario alla Cultura dal 2022, nel saggio-pamphlet "Arte fascismo", Milano, La nave di Teseo, sostiene (è la tesi centrale del libro) che "Il Fascismo è l'opposto dell'Arte, ma non c'è Arte che il Fascismo possa limitare. L'artista non puo'essere mai, in quanto tale, fascista"(op.cit., p.23, ma e'anche in esergo al libro).

Ora, a parte il dogmatismo (magari paradossalmente "libertario", come Sgarbi ama definirsi) dell'affermazione apodittica, credo proprio che la realtà di certe opere d'arte (anche quelle massicciamente presenti a Bolzano, città "fascistizzata" con l'italianizzazione forzata imposta dal regime) contraddica quanto affermato dal critico d'arte, trattandosi di opere che, volendo riprodurre e copiare la grandezza della Romanità classica, ne rendono in realtà, tardivamente e comunque "fuori tempo", una riproposizione non necessaria nè richiesta.

Altra cosa è il razionalismo, ma qui il discorso si farebbe lungo...

Eugen Galasso

Le marionette di Giorgio Gabrielli possono insegnare qualcosa anche alla "politica"

Forse il far teatro di vari artisti, in particolare di teatro di figura (burattini, marionette etc.) che mostrano come fanno teatro, facendo partecipare anche il pubblico a tale "azione" potrebbe essere applicato anche dai politici, a livello locale ma anche nazionale, favorendo così la partecipazione alla politica e non solo in sede di voto, id est elezioni.

Ecco che, per esempio, l'opera di Giorgio Gabrielli, burattinaio mantovano (o meglio, della provincia di Mantova), cui ho assistito di recente, capace di entusiasmare grandi e piccoli, potrebbe essere presa a esempio anche del "fare poltica", spiegando, appunto, come si fa.

Certo le modalità sono diverse, ma anche la poltica puo essere, in buona sostanza, un "laboratorio", un work in progress, come il teatro.

Eugen Galasso

Il "Tabarro" in un'interessante versione al teatro di Cestello

Il Teatro di "Cestello" fiorentino e l'associazione culturale "Odeia Teatro" propongono, in un teatro piccolo, inadatto per la rappresentazione di un'intera opera lirica, la riproposizione del testo di partenza del "Tabarro" pucciniano, letto da valide lettrici e validi lettori, suonato al pianoforte e intepretato dalla brava soprano Kazuko Usui. 

Il teatro d'opera, che sembra (ma non è) "passato di moda" vale sempre molto e va riproposto, appunto, anche quando per motivi di spazio o di altra natura sembra che non sia opportuno farlo, in quanto  ha espresso e continua a esprimere motivi storicamente e dunque culturalmente importanti. 

Il progetto prosegue, con scadenza mensili, con "La fanciulla del West" e con " Turandot".   

Sarebbe possibile fare lo stesso in ogni altro piccolo teatro di altre città, grandi, medie o piccole.

Eugen Galasso. 

Voliamo in Messico con QUO VADIS? Festival delle Culture e delle Lingue

Per un mese nelle città di Bolzano, Laives, Merano e Bressanone si respirerà il calore latino-americano. Al via il "QUO VADIS? Festival delle Culture e delle Lingue" che quest’anno, dal 20 gennaio al 17 febbraio, ci fa "volare" in Messico.
Grazie al "Festival Quo Vadis?", dopo l’edizione del 2022 dedicata al Giappone e quella del 2023 dedicata alla Corea del Sud, quest'anno si va a conoscere il colorato Messico. Una serie di iniziative organizzate nei quattro centri altoatesini permetteranno alla popolazione locale di scoprire aspetti interessanti anche di questa terra. Scopo del Festival è proprio quello di dare un'occasione ai nostri concittadini di andare a scoprire nuove tradizioni, di aprirsi verso l’altro o il diverso, promuovendo la conoscenza e l’ascolto interculturale.

Il programma di questa edizione è davvero ricco: lezioni di spagnolo, laboratori della tradizione Wixarika, una conferenza sulla famosa e tanto amata artista Frida Kahlo, e quella dedicate alla misteriosa civiltà azteca, viaggi alla scoperta del Messico, delle sue arti e tradizioni, laboratori per bambini e addirittura una cooking class di cucina messicana, il tutto condito da fotografie, cortometraggi e musica latino-americana!

Il Festival ospita anche due importanti mostre: "Il Messico degli anni Venti nella fotografia di Tina Modotti", allestita presso il Centro Trevi di Bolzano, e la mostra "Muralismo messicano. Un dialogo contemporaneo" allestita nella Sala Espositiva di Laives.

Il programma è stato preparato in accordo con il Consolato Generale del Messico in Italia. Tra le collaborazioni al Festival, il Comitato Tina Modotti di Tolmezzo (UD), il Circolo fotografico Tina Modotti di Bolzano, il Teatro Cristallo, il Centro Multilingue di Merano, la Biblioteca Don Bosco di Laives ed il Centro Don Bosco di Laives, la Libreria Cappelli, il bar Waag di piazza della Pesa ed il ristorante Condito di via Crispi 37 a Bolzano ed il negozio Weltladen di via Fienili a Bressanone che ospitano alcuni degli eventi.

Insomma, ce n'è per tutti i gusti e la soddisfazione per aver seguito i vari eventi proposti è assicurata! Vai a consultare il programma del Festival e accedi alla Piattaforma Eventbrite per prenotarti la partecipazione a questi fantastici appuntamenti! 

? A questo link potete sfogliare la brochure dell'edizione Messico di Quo Vadis? in italiano e tedesco: https://issuu.com/quo_vadis_festival
? E qui potete prenotare il vostro posto agli eventi: https://quovadisfestival.eventbrite.com
L'indirizzo del sito del festival è  https://www.quovadisfestival.it/

Il progetto “QUO VADIS? Festival delle Culture e delle Lingue”, è curato dall’Agenzia di educazione permanente CEDOCS di Bolzano, e dall’associazione "lasecondaluna", con il sostegno della Provincia Autonoma di Bolzano, Assessorato alla Cultura italiana, Ufficio Bilinguismo e Lingue straniere.

Rinuncia al Presepe: è un atto di rispetto delle altre culture o di rinuncia alla propria?

La volontà di taluni direttori di istituti scolastici e accademici, ma anche di vari negozianti, di "togliere" il presepe dalle rispettive istituzioni o dai negozi non costituisce una forma di rispetto delle altre culture, religiose e non, ma semplicemente la rinuncia alla propria cultura, cioè una volontà semplicemente suicida, foriera di effetti quasi certamente negativi.

Lo si è visto in tutte le realtà francesi, italiane, di altre nazioni, che hanno voluto ricorrere a tali metodi. Per motivi, non si sa bene, legati alla volontà di intercettare altre sensibilità o solamente per entrare in altri mercati.

Eugen Galasso

Ma in fondo vorremmo davvero che Barbie Land fosse reale?

Personalmente non ricordo esattamente quando e chi mi regalò la mia prima Barbie. Ricordo che quando smisi di giocarci stavo per andare alle medie, ne avevo negli anni ricevute e comprate diverse e avevo una grande (o almeno ai miei occhi da bambina sembrava così) pentagonale scatola verde chiaro decorata con dei fiorellini piena di vestiti e scarpe, sicuramente organizzata da mia madre affinché fosse tutto in ordine e nulla andasse perso.

Non c’è mai stato l’effetto “transfer” tra me e Barbie: il sogno di essere un giorno come lei, perfetta, in forma, ben vestita, di successo e ben voluta da tutti; però amavo giocarci e sì anche io avevo Barbie Stramba tra le mie tante Barbie, diventata così dopo averle tagliato i capelli molto corti…chissà poi perché e quando lo avrò fatto…

Anche io come molte della mia generazione (ma non solo!) la scorsa settimana sono andata al cinema curiosa di vedere il tanto discusso film di Barbie. Ho trovato le scene iniziali, narrate da una voce fuori campo, geniali, capaci di riportare subito ogni spettatrice femminile in quel mondo rosa ideale se ripenso a come io e le mie amichette di allora giocavamo con Barbie nelle nostre camerette o in terrazzo nei pomeriggi estivi: Barbie che si muove volando da casa all’auto, il cambio d’abito, la tanto voluta e mai ricevuta CASA di BARBIE, gli accessori casalinghi e beauty di uso quotidiano, i piedi sempre sulle punte…

A me il film di Barbie è piaciuto e se mia figlia fosse stata più grande l’avrei portata con me, perché una società alla pari, di uomini e donne che si realizzano e sognano di realizzare i loro desideri e di essere ciò che vorrebbero senza oscurare l’altro è in fondo ciò che vorrei per lei e la sua generazione. Certo, il mondo reale e Barbie Land sembrano essere due realtà rovesciate: in Barbie Land “quello che gli uomini fanno nel mondo reale, sono le donne a farlo”: rivestono ruoli di potere e comando, mentre Ken come si afferma nel film “non desta preoccupazioni ed esiste solo se Barbie lo guarda”. Le Barbie, infatti, hanno costruito un perfetto matriarcato (senza matrimonio e figli) fatto di feste, appuntamenti sulla spiaggia, divertimenti, sorellanza in cui le donne detengono l’intero potere.

Invece, quando Barbie arriva nel mondo reale resta scioccata da una realtà che per noi in carne e ossa è fin troppo vera: naturalmente bellissima Barbie diventa subito oggetto di commenti sessisti da parte degli uomini, anche poliziotti, tanto da dire a Ken “sono imbarazzata da me stessa (…) gli uomini mi guardano come fossi un oggetto”. Nel frattempo, Ken scopre gli effetti del patriarcato, dove gli uomini comandano, decidono, gestiscono, vincono, dove fanno credere di tenere e battersi per la presenza delle donne, ma solo per “nascondere bene il patriarcato” e non essere accusati di non essere attenti al gender balance; e così Ken porta il patriarcato a Barbie Land pensando di cambiare per sempre il ruolo dei Ken.

La scena che forse ho preferito di più dell’intero film è stato il monologo di America Ferrera, che risuona come le parole di una amica che ti strattonano e sono pronte e svegliarti dalla tua autocommiserazione – infatti in quel momento pure Barbie è in preda all’ansia (!) e con crisi di autostima – e che ho trovato così semplice e vero che non mi stupisco che sul web siano diventato virale.

La morale per me, e qui l’insegnamento che vorrei ne traessero i più giovani, soprattutto maschietti, è che come sempre non c’è un migliore e un peggiore, che non ci sono questioni o ruoli da uomini e questioni e ruoli da donne, “che il tutto non esiste per elevare la presenza degli uomini”; perché in fondo è solo questione di impegno, di crederci e di rispetto dell’altro/a.

E voi siete stati a vedere Barbie al cinema?!

L'orchestra dei giovani europei EUYO a Bolzano. Che bel concerto!

Che bel concerto il 6 agosto al Teatro Comunale di Bolzano! Si sono esibiti i giovani musicisti dell'orchestra europea EUYO diretti dal Maestro Sir Antonio Pappano e con la bravissima violinista Julia Fischer. Il concerto è stato preceduto da una bella presentazione del direttore del Conservatorio Giacomo Fornari.

Una serata da ricordare, con le musiche di Beethoven e di Strauss, con un bis finale di Verdi e l'allegria del saluto festoso in musica dei ragazzi sul palco. 

Grazie!

 

 

ciao Jane Birkin

Scompare con Jane Birkin un mito della swinging London, acclamata già in "Blow Up" di Michelangelo Antonioni, e della sensualità parigina ma, direi, soprattutto legata nel ricordo di tutti noi alla canzone "Je t'aime, moi non plus" di e con Serge Gainsbourg, suo compagno di vita.

Una canzone, che anni dopo divenne anche film, in cui i due partner non avevano alcuna difficoltà ad esibirsi nudi nel video della canzone (ovviamente proibita, all'epoca, 1968, in Italia), dove al coito mimato si accompagnavano nel brano musicale i suoni di gemiti inequivocabili...

Jane, vera icona della liberazione sessuale.

Eugen Galasso

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