Sciacquare i panni nell’Hudson: l’italiano tra globalizzazione e anglicismi

Sciacquare i panni nell’Hudson: l’italiano tra globalizzazione e anglicismi
Da Manzoni ad oggi, una riflessione sull’evoluzione della lingua italiana in un mondo sempre più interconnesso.

Nel suo celebre lavoro di revisione dei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni descrisse il proprio processo di adeguamento linguistico come “sciacquare i panni in Arno”: un modo per ricondurre il suo italiano scritto a una forma viva e condivisa, ispirandosi al fiorentino parlato, considerato all’epoca il modello di riferimento.
A distanza di due secoli, la lingua italiana continua ad evolversi e trasformarsi, questa volta in un contesto radicalmente mutato: quello della globalizzazione, del digitale e della crescente influenza dell’inglese.
Nel linguaggio quotidiano, nel lavoro, nella pubblicità e nei media si assiste a un costante afflusso di termini inglesi. Alcuni esempi ormai diffusi includono parole come CEO al posto di “amministratore delegato”, feedback per “riscontro” o “opinione”, deadline per “scadenza”, escalation per “aumento” o “inasprimento” e de-escalation per “riduzione della tensione” o “distensione”, perfino crossword per “cruciverba”.
Molti di questi termini provengono dal mondo tecnologico, economico o manageriale e sono spesso veicolati da contesti internazionali dove l’inglese è lingua franca. La loro adozione può avvenire per diverse ragioni: praticità, rapidità di comunicazione, appartenenza a reti globali, aderenza a format e convenzioni internazionali.
La presenza di anglicismi non rappresenta necessariamente un impoverimento linguistico. Può essere letta anche come un segno della vitalità della lingua, che si adatta a nuove esigenze comunicative. Tuttavia, ci si interroga su quanto questi prestiti siano davvero indispensabili o se esistano alternative italiane altrettanto efficaci.

Il linguista Tullio De Mauro, nella sua Storia linguistica dell’Italia repubblicana (2016), ha osservato come: “Negli ultimi anni gli anglismi hanno scalzato il tradizionale primato dei francesismi e continuano a crescere con intensità, insediandosi (…) anche nel vocabolario fondamentale.” È irresistibile l’ascesa degli anglismi? - Tullio De Mauro - Internazionale

Questa analisi, come molte altre, fotografa un fenomeno linguistico in atto, che si manifesta non solo nei registri alti o specialistici, ma anche nella lingua d’uso comune. La lingua, come ogni organismo vivente, cambia con l’ambiente. In un mondo connesso, multiculturale e digitalizzato, non sorprende che l’inglese svolga un ruolo così pervasivo. L’Accademia della Crusca sugli anglicismi: intervista a Stefania Iannizzotto.

Oggi, quindi, non è più l’Arno ad offrire il modello di riferimento, ma forse l’Hudson, il Tamigi o il cyberspazio globale? La lingua italiana si muove tra eredità storica de innovazione, tra tradizione e adattamento. Osservarne il percorso significa comprenderne meglio le dinamiche ed i futuri possibili.
Più che una scelta da giudicare, si tratta di un cambiamento da esplorare con consapevolezza.

Franco Boscolo

Marta Mani, "Storia della pedagogia clinica"

Un importante volume di Marta Mani, "Storia della pedagogia clinica" (Roma, Armando, 2024), oltre ad evidenziare le caratteristiche di questa scienza, che ormai ha ampiamente compiuto il mezzo secolo di vita, raccoglie gl interventi congressuali, di conferenze e di lavori svolti, anche in Su"dtitol/Alto Adige, a Merano, Bolzano, Bressanone, da parte di chi scrive questa nota, pedagogista clinico e da altre persone, quale professione d'aiuto e apporto culturale, dove i due ambiti non sono mai separati, ma anzi sempre strettamente uniti e implicantisi reciprocamente.

Eugen Galasso

La giornata europea delle lingue: per una cittadinanza più aperta

26 SETTEMBRE: GIORNATA EUROPEA DELLE LINGUE

La Giornata Europea delle Lingue, che si celebrata il 26 settembre, è stata istituita nel 2001 dal Consiglio d'Europa per sensibilizzare sull'importanza della diversità linguistica e culturale in Europa.  L'obiettivo primario è sottolineare il valore delle lingue come strumenti fondamentali di comunicazione, coesione sociale e crescita personale. In Europa si parlano oltre 200 lingue, comprese quelle regionali e minoritarie, che arricchiscono il patrimonio culturale del continente. La conoscenza di più lingue non solo facilita il dialogo interculturale, ma apre la mente a nuove prospettive e promuove la mobilità internazionale. 

La tesi di Sgarbi su arte e artisti "fascisti" non è confermata dalle realtà, come si vede anche a Bolzano

Passato per molte peregrinazioni politiche (percorrendo quasi tutto l'arco costituzionale, in realtà), Vittorio Sgarbi, nuovamente sottosegretario alla Cultura dal 2022, nel saggio-pamphlet "Arte fascismo", Milano, La nave di Teseo, sostiene (è la tesi centrale del libro) che "Il Fascismo è l'opposto dell'Arte, ma non c'è Arte che il Fascismo possa limitare. L'artista non puo'essere mai, in quanto tale, fascista"(op.cit., p.23, ma e'anche in esergo al libro).

Ora, a parte il dogmatismo (magari paradossalmente "libertario", come Sgarbi ama definirsi) dell'affermazione apodittica, credo proprio che la realtà di certe opere d'arte (anche quelle massicciamente presenti a Bolzano, città "fascistizzata" con l'italianizzazione forzata imposta dal regime) contraddica quanto affermato dal critico d'arte, trattandosi di opere che, volendo riprodurre e copiare la grandezza della Romanità classica, ne rendono in realtà, tardivamente e comunque "fuori tempo", una riproposizione non necessaria nè richiesta.

Altra cosa è il razionalismo, ma qui il discorso si farebbe lungo...

Eugen Galasso

Le marionette di Giorgio Gabrielli possono insegnare qualcosa anche alla "politica"

Forse il far teatro di vari artisti, in particolare di teatro di figura (burattini, marionette etc.) che mostrano come fanno teatro, facendo partecipare anche il pubblico a tale "azione" potrebbe essere applicato anche dai politici, a livello locale ma anche nazionale, favorendo così la partecipazione alla politica e non solo in sede di voto, id est elezioni.

Ecco che, per esempio, l'opera di Giorgio Gabrielli, burattinaio mantovano (o meglio, della provincia di Mantova), cui ho assistito di recente, capace di entusiasmare grandi e piccoli, potrebbe essere presa a esempio anche del "fare poltica", spiegando, appunto, come si fa.

Certo le modalità sono diverse, ma anche la poltica puo essere, in buona sostanza, un "laboratorio", un work in progress, come il teatro.

Eugen Galasso

Il "Tabarro" in un'interessante versione al teatro di Cestello

Il Teatro di "Cestello" fiorentino e l'associazione culturale "Odeia Teatro" propongono, in un teatro piccolo, inadatto per la rappresentazione di un'intera opera lirica, la riproposizione del testo di partenza del "Tabarro" pucciniano, letto da valide lettrici e validi lettori, suonato al pianoforte e intepretato dalla brava soprano Kazuko Usui. 

Il teatro d'opera, che sembra (ma non è) "passato di moda" vale sempre molto e va riproposto, appunto, anche quando per motivi di spazio o di altra natura sembra che non sia opportuno farlo, in quanto  ha espresso e continua a esprimere motivi storicamente e dunque culturalmente importanti. 

Il progetto prosegue, con scadenza mensili, con "La fanciulla del West" e con " Turandot".   

Sarebbe possibile fare lo stesso in ogni altro piccolo teatro di altre città, grandi, medie o piccole.

Eugen Galasso. 

Voliamo in Messico con QUO VADIS? Festival delle Culture e delle Lingue

Per un mese nelle città di Bolzano, Laives, Merano e Bressanone si respirerà il calore latino-americano. Al via il "QUO VADIS? Festival delle Culture e delle Lingue" che quest’anno, dal 20 gennaio al 17 febbraio, ci fa "volare" in Messico.
Grazie al "Festival Quo Vadis?", dopo l’edizione del 2022 dedicata al Giappone e quella del 2023 dedicata alla Corea del Sud, quest'anno si va a conoscere il colorato Messico. Una serie di iniziative organizzate nei quattro centri altoatesini permetteranno alla popolazione locale di scoprire aspetti interessanti anche di questa terra. Scopo del Festival è proprio quello di dare un'occasione ai nostri concittadini di andare a scoprire nuove tradizioni, di aprirsi verso l’altro o il diverso, promuovendo la conoscenza e l’ascolto interculturale.

Rinuncia al Presepe: è un atto di rispetto delle altre culture o di rinuncia alla propria?

La volontà di taluni direttori di istituti scolastici e accademici, ma anche di vari negozianti, di "togliere" il presepe dalle rispettive istituzioni o dai negozi non costituisce una forma di rispetto delle altre culture, religiose e non, ma semplicemente la rinuncia alla propria cultura, cioè una volontà semplicemente suicida, foriera di effetti quasi certamente negativi.

Lo si è visto in tutte le realtà francesi, italiane, di altre nazioni, che hanno voluto ricorrere a tali metodi. Per motivi, non si sa bene, legati alla volontà di intercettare altre sensibilità o solamente per entrare in altri mercati.

Eugen Galasso

Ma in fondo vorremmo davvero che Barbie Land fosse reale?

Personalmente non ricordo esattamente quando e chi mi regalò la mia prima Barbie. Ricordo che quando smisi di giocarci stavo per andare alle medie, ne avevo negli anni ricevute e comprate diverse e avevo una grande (o almeno ai miei occhi da bambina sembrava così) pentagonale scatola verde chiaro decorata con dei fiorellini piena di vestiti e scarpe, sicuramente organizzata da mia madre affinché fosse tutto in ordine e nulla andasse perso.

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