La crisi nord-coreana, culminata con i fatti di poche ore fa (un esperimento nucleare, con una bomba H, che ha creato sommovimenti tellurici in Giappone e Corea del Sud, tra l'altro) dimostrano che la "crisi di Ferragosto" non era affatto risolta, che il pericolo dato dalla forza nucleare (relativa, ma comunque rilevante) della Repubblica Popolare della Corea del Nord è tuttora minacciosa, che i toni del "capo supremo" Kim Jong-Un non sono per nulla inclini alla pacificazione, anzi.
Sarà stata la presidenza Trump (ormai presidente da più di mezzo anno), sarà altro (nessuno è nella mente del presidente-dittatore coreano), ma la situazione, almeno per ora, non è per nulla tranquilla... La Cina finalmente pare assumersi un compito attivo nella questione, e se fosse così le speranze di una ricomposizione - polemica, "con la faccia feroce", con proclami verbali di disastri immani - sarà forse possibile, evitando il peggio, che ci toccherà poi tutti.
Aggiungere altro sarebbe imprudente, in attesa di ulteriori sviluppi. Solo una considerazione: essendo quella di Kim una dinastia, che rimonta al famoso Kim Il-Sung, nonno paterno dell'attuale presidente, vissuto dal 1912 al 1994, viene da dire che, però, la figura del "leader maximo nordcoreano" che pure aveva tratti decisamente criticabili, non era apparentabile a quella di Kim Jong-Un... Era anch'egli un militare, ma nelle sue opere (che chi scrive aveva letto con attenzione) non si avvertono quei toni di minacce invece fortemente presenti nei discorsi del Kim attuale...
Eugen Galasso