Non è detto che la liberaldemocrazia sia destinata per forza a vincere
- Written by Eugen Galasso
- Published in Approfondimenti politici
La guerra purtroppo tuttora in corso smentisce in modo clamoroso chi, come il pensatore USA di origine giapponese Francis Fukuyama , soprattutto in "The End of the History and the Last Man" ("La fine della storia e l'ultimo uomo", 1992) sostiene (tesi poi solo parzialmente messa in discussione in opere successive) che la societa' democratica-liberale si afferma inesorabilmente, spazzando via le altre e rendendo inutile ogni opposizione e dunque ogni tensione violenta (guerra o rivoluzione).
Da un lato l'opposizione violenta, non rivoluzionaria ma terroristica, c'e', da parte di gruppi come l'Islamic State, dall'altra oggi una guerra sanguinosissima viene dalla Russia di Putin, certo non piu' comunista, genericamente contro l'Occidente e contro l'Ucraina infiltrata da "neonazisti", ma si tratta di scuse, di un armamentario consunto e, oltre Aleksander Dugin e la sua teoria eurasiatica e un tempo "nazionalbolscevica", Putin e il suo governo guardano alla geopolitica e a una politica di espansionismo imperialistico che vede nell'Europa e negli USA concorrenti-competitors e de facto antagonisti (nemici, diciamo pure la parola) a livello economico, ben oltre nobili contrapposizioni ideologiche.
Fukuyama ha corretto solo di poco il suo "tiro", ma oggi il suo sciocco "ottimismo" apologetico del capitalismo e della "liberaldemocrazia" astrattamente intesa mostra la corda in maniera irrimediabile.
Eugen Galasso
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