Ucraina: si spara e si fa anche molta guerra mediatica

Che quella ucraina sia una crisi grave, con azioni di guerra (certamente di guerra, ormai lo si vede da una settimana, non solo episodi di fuoco o lanci sporadici di missili) da parte russa è indubbio.

Che accanto alla guerra guerreggiata vi siano propaganda e dichiarazioni ufficiali, fatte rimbalzare dai media, è altrettanto noto e indubbio. Guerra mediatica (anche), dunque.

Che la propaganda e i media stiano tutti indistintamente, dalla parte dell'Ucraina, magari sorvolando su alcuni aspetti incompiuti della sua democrazia, è "pacifico" (della Russia sappiamo, inutile insistere sul gruppo oligarchico attorno a Putin che ha preso il potere, dopo il breve periodo, disastroso, della presidenza Eltsin). Poco si dice dell'azione occidentale che ha preparato armi, finanziato, insomma, creato presupposti per dare modo a Putin di poter mostrare una faccia da vittima.

E anche sull'adesione dell'Ucraina alla UE, e quindi sul portare il confine dell'occidente attaccato a quello della Russia, si sentono semplificazioni ed omissioni di problemi collegati a questa eventuale scelta: si procede prescindendo da ogni accordo su questioni economiche e su questioni sociali, pur di pestare il callo di Putin?

Spaventa il bellicismo delle dichiarazioni di certi generali (ormai ospitati da giornali e TV quasi fossero i veri "factotum" della questione), che parlano di "terza guerra mondiale" quasi si trattasse di bazzecole e le "esternazioni" di una nota giornalista TV che cita tranquillamente il famoso detto di Vegezio, ormai inflazionato, "Si vis pacem, para bellum" quasi fosse un'ovvietà necessaria...

Eugen Galasso

Last modified onMercoledì, 02 Marzo 2022 15:19