Holzmann: cosa farei da Sindaco di Bolzano

Giorgio Holzmann: Lei è candidato al posto di Sindaco della città di Bolzano. E lo è in quanto leader di un nuovo soggetto politico locale, di un’alleanza che non nasce intorno ad un’ideologia, in cui si sono riuniti cittadini, movimenti e gruppi politici già esistenti. La sua alleanza, vediamo, non fa politica con le polemiche e le baruffe, ma si muove per conseguire obiettivi di programma. Però una polemica vi ha coinvolto: quella sulla mancata candidatura unitaria dell’avvocato Janes, che avrebbe potuto mettere insieme un largo fronte politico ed avrebbe avuto più forza per sostenere il rinnovamento cittadino.

Noi abbiamo lavorato molto sul programma. Per prepararlo abbiamo fatto diverse riunioni tra di noi, sentendo l’opinione di diversi esperti, e poi lo abbiamo messo in rete a disposizione dei cittadini che in molti hanno collaborato alla sua stesura. Parallelamente abbiamo iniziato una selezione di persone da candidare alle elezioni ed iniziato un corso di formazione politica ed amministrativa. Questo lavoro preparatorio ha creato un gruppo di candidati molto valido, ed un grande entusiasmo e coesione tra le persone ed i movimenti che aderiscono alla nostra lista. Come si sa la mia candidatura è maturata vista l’assoluta indisponibilità del raggruppamento di Urzì (che a livello nazionale fa riferimento a FINI), a qualsivoglia dialogo con noi. Non ci è restato che prenderne atto e proseguire per la nostra strada. La candidatura dell’avv. Janes sarebbe stata certamente prestigiosa ed avrebbe potuto riunire tutto il centrodestra. Ho dato immediatamente la mia disponibilità a ritirarmi per favorire la più ampia convergenza ma, anche questa volta, da Urzì è stata impedita la grande alleanza del centrodestra. 

Creata una compagnia teatrale regionale. Ma qualcosa non convince.

Durante una breve visita a Bolzano, ho appreso che il bando di concorso per la formazione di una compagnia teatrale regionale del Teatro Stabile di Bolzano e del Centro S. Chiara di Trento (affidata al regista Marco Bernardi, ex direttore del TSB) non è stato pienamente rispettato: vari attori, anche abbastanza famosi, che erano pienamente in regola con i requisiti richiesti (nascita in provincia o regione, residenza in Alto Adige o Trentino, essere attori/attrici professionisti/e) non sono stati"ingaggiati", mentre altri che rispondevano ad altri requisiti (nascita e residenza in altre città) hanno avuto più successo. Senza volerne fare un "casus belli", rimane il sospetto che non tutto sia avvenuto nel pieno rispetto delle regole imposte a livello nazionale; se in realtà l'intenzione era quella di creare una compagnia di attori/attrici "giovani", sarebbe stato meglio esplicitarlo anche nel regolamento o comunque avvertirne previamente i partecipanti.

Eugen Galasso

Le Farc colombiane: un libro le assolve

Chi scrive, marito di una donna colombiana, parlante e leggente/scrivente in spagnolo, dopo essere stato due volte in Colombia, è riuscito a scrivere di miti colombiani e di poesia-letteratura colombiana, circa 3 anni fa anche di pedagogia, anche su questo giornale online, con uno scambio epistolare con un'assistente sociale di Buenaventura/Valle del Cauca, senza mai affrontare l'argomento FARC, ossia guerilla. Ora, nel volume "La rose assassinée" del giovane giornalista e storico Loic Ramirez (Pantin, edizioni "Note de la Fondation Gabriel Péri", 2015) ho trovato una riabilitazione quasi totale della stessa FARC, che non sarebbe responsabile né del narcotraffico né di altro (uccisione di civili). (read more-clicca sul titolo)

Seminario GRIMeD: il problem solving collaborativo

Si è svolto a Taranto l'8, 9 e 10 aprile scorsi il Seminario Nazionale del GRIMeD (Gruppo Ricerca Matematica e Difficoltà), essenziale momento formativo per docenti, che ha trattato il tema “Il problem solving collaborativo”. 

Abbiamo chiesto al Presidente nazionale di GRIMeD, il professor Roberto Imperiale, un cenno sui contenuti e sugli obiettivi della tre giorni di formazione.

Teatro danza

Nicola Benussi e Stefania Bertola, ossia i responsabii-registi-coreografi rispettivamente di "Teatro Blu" e di  "Quinta Danza"organizzano sinergicamente nei giorni 9 e 10 aprile presso il Teatro "Cristallo" uno stage di teatro-danza chiamato emblematicamente "Il corpo poetico" che, partendo dalle problematiche, appunto, del corpo arriverà a toccare tutti i motivi fondamentali del teatro e della danza. Sarà un'occasione per tutte le/tutti i partecipanti (numero massimo è di 14 - la componente femminile c'è da aspettarsi che sarà certamente maggioritaria) di lavorare su di sé e sullo spazio-tempo particolarissimo che si realizza facendo teatro e danza, dove il discrimine tra le due forme d'arte e di autorealizzazione è invero molto sottile. Prezzo di soli 40 euro. Per le iscrizionI: 335 8133551.

Eugen Galasso

Scomparso Paolo Poli

Quando si scrive di un amico morto, si è sgomenti, atterriti: è il caso di Paolo Poli, scomparso da pochissimo a Firenze, sulla soglia degli 87 anni, grande attore e regista (ma anche autore) irriverente del teatro italiano, che sapeva fondere malinconia, autoironia e humor in modo mirabile, leggendo le fiabe in TV, ma anche prendendo spunto da autori diversissimi, come Carlo Lorenzini alias Collodi ("Pinocchio"), Aldo Palazzeschi ("Aldino, mi cali un filino"), Jonathan Swift ("I viaggi di Gulliver"), Anna Maria Ortese ("Il Mare"), Giovanni Pascoli ("Aquiloni", lo spettacolo più recente").

Coltissimo, laureato in letteratura francese (tesi su Henry Becque), capace di trasformare in chiave comica e grottesca la vita di santi come Rita da Cascia e di San Gregorio, attingendo dalla "Legenda aurea" di Jacopo da Varagine e da altre fonti, Poli, che conservava comunque una chiave di profonda religiosità, ignota/incomprensibile a parlamentari bigotti come Oscar Luigi Scalfaro, che aveva denunciato per blasfemia lo spettacolo sulla santa, sapeva fondere genialmente teatro, musica (cantava benissimo, virtù quasi sempre ignota agli attori, peggio se italiani), balletto. 

L'eurocomunismo del PCI anni '70 non era poi così coraggioso

Ritrovo ora, per meglio dire trovo (non ne avevo contezza) in una bancarella dell'usato l'intervista di Gian Carlo Pajetta (1911-1990), dirigente del PCI a Ottavio Cecchi (1924-2005. Cecchi era uno scrittore e giornalista grossetano, curatore delle opere di scrittori molto importanti, iscritto al PCI), "La lunga marcia dell'internazionalismo", Roma, Editori Riuniti (la casa editrice dell'allora PCI), 1978 (aprile, per la precisione, dunque prima dell'estate del "Vangelo socialista" di Bettino Craxi, uscito nell'estate di quell'anno ne "L'Espresso"). 

Le previsioni di Almarik sulla fine dell'URSS

Se si rilegge l'aureo libretto di Andrej Amalrik "Sopravviverà l'Unione Sovietica fino al 1984?" (in italiano Roma, Coines edizioni e Alexander Herzen Foundation, Amstel 268, Amsterdam, 1971, mentre l'originale è di due anni prima, aprile-maggio-giugno 1969) ci accorgiamo subito di alcuni problemi: prima di tutto, nel volume l'allora trentenne storico (nato nel 1938, morto nel 1980 a causa di un incidente stradale, ma dopo anni di passati in detenzione per motivi politici), dissidente russo (sovietico, ma non per appartenenza ideologica) ci accorgiamo che le previsioni e la futurologia devono essere maneggiate con un po' di prudenza. 

Considerazioni sul garantismo

(2015) Seguendo la consueta regola, per cui i libri e quanto da approfondire negli stessi è prioritario rispetto ai giornali, avevo trascurato l'articolo di Claudio Martelli "Il processo show finisce nel nulla. Senza prove il teorema dei pm" (QN, 5 novembre 2'15, p.5), nel quale il politologo, ex-vicepresidente PSI, ex-ministro della Giustizia, da anni commentatore politico e politologo, partendo da affermazioni e scritti "fantastici" (nel senso di "indimostrabili") del dottor Ingroia, Pubblico Ministero, appunto, con il suo "aureo" libello "IO so", dove Ingroia riprendeva le testi pasoliniane sull'"Io so, ma non lo posso dimostrare", spiega come sia improprio e pericoloso applicare ipotesi e supposizioni-ricostruzioni non suffragate dai fatti alla giustizia... (read more-clicca sul titolo)

Il nichilismo degli estremisti islamici

(2015) Non vorrei aggiungere molto alle considerazioni possibili sull'ISIS e le sue azioni criminali a Parigi(città che amo particolarmente, ma questo non c'entra, lo so), ma qualcosa mi sento di dire, da laico non certo ateo, ma decisamente "eretico".

I fanatici religiosi del "Califfato" sono, paradossalmente, dei nichilisti (da nihil=nulla). Vogliono conseguire il loro scopo, l'immortalità, immolandosi, autodistruggendosi (per sfuggire alla condanna lo fanno sempre) e annichilendo innocenti inermi. In questo sono uguali a tanti fanatici religiosi (anche molti cristiani si sono comportati così e forse lo farebbero ancora, se le teologie di riferimento non fossero cambiate). Mirano, per riprendere un concetto di Jean Guitton, filosofo cattolico (che ha influenzato il Concilio Vaticano Secondo, va però precisato), parlando dell'"assurdo", concetto che attribuisce a Sartre, quale "muro invalicabile" rispetto al "Mistero" che sarebbe la scala in grado di condurre in Altro, verso l'Oltre, appunto all'"assurdo", non certo al "Mistero" e ciò per sé come per gli altri, che uccidono senza alcuna pietà.

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