Trump e Meloni: colloquio positivo

Meloni da Trump: l'opposizione tutta schierata contro, a priori, affermando che si trattava di una visita scontata, legata solo all'affinità politica tra la premier e Trump, mentre in realtà sembra che qualcosa (non so dire di più) la premier abbia ottenuto, ma, certo, è presto per dirlo tout court.

Personalmente non ritengo Trump nè un folle nè un imprudente, anzi, un calcolatore e allora si può ritenere che abbia calcolato una strategia atta a provocare reazioni, ma che sia disposto, ora, a trattare, anche se probabilmente non con la Cina, almeno per il momento. E quello cinese sembra essere il problema più grosso nello scacchiere geostrategico globale, vista la questione aperta di Taiwan e altro...

Eugen Galasso

Servono chiarimenti sulle posizioni "di fondo" rispetto all'Europa di diverse forze politiche italiane

Bagarre in aula alla Camera sulle dichiarazioni della premier Meloni sul "Manifesto di Ventotene".

Da un lato, il partito della Meloni (Fratelli d'Italia) dovrebbe chiarire in un documento la sua posizione sul fascismo, prendendo posizione sullo stesso, ma non mi pare lo debba fare rispetto al "Manifesto di Ventotene", che è un documento che risente del clima del suo tempo (1941 e poi 1944) e presenta varie contraddizioni, ma che parla dell'Europa e, insieme, parla anche di prospettive ideologico-politiche in Italia distanti dalla democrazia, ma dall'altro l'opposizione dovrebbe smetterla di attaccarsi ad ogni pretesto per cercare di sfiduciare il governo.

Inoltre, quello che manca nel quadro politico è che la"Lega" salviniana chiarisca la propria posizione complessiva sul ruolo dell'Italia in Europa.

Eugen Galasso

Dibattiti "ideologici" attorno alla guerra

Grandi dibattiti, anche ideologicamente (o meglio, idealmente, se si vuole) importanti sulla pace e la guerra, ma sarà meglio ricordare, semplicemente, quanto affermava Cicerone: "pax, vel iniusta, utilior est quam iustissimum bellum" (meglio la pace, anche se ingiusta, che una guerra "giustissima").

Questo relativamente, è chiaro, da applicare a tutte le guerre attualmente in corso, non solo a quella russa-ucraina (con la gravissima aggressione da parte russa, ma anche una certa "intrattabilita'" dell'attuale presidente ucraino, poco disposto al "compromesso").

"Curiose" sono certe esternazioni di alcuni esponenti del PD, come la vicesegretaria Pina Picierno, quasi "bellicista" nei toni, forse immemore della sua provenienza ideale (cattolica, Partito Popolare e "Margherita"), e di quanto si afferma nell'Enciclica "Pacem in terris" dell'11 arpile 1963, opera di papa Giovanni XXIII.

A tutti, indipendentemente dalle appartenente politiche, una rilettura di certi testi, ma soprattutto un ragionamento a più ampio spettro, servirebbe per riconsiderare varie questioni, ma soprattutto quella relativa alla pace e alla guerra...

Eugen Galasso

Il Manifesto di Ventotene, testo importante ma anche da considerare nella sua storicità

In questi giorni viene ripubblicato il famoso "Manfesto di Ventotene" di Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, con la collaborazione di Eugenio Colorni, redatto in carcere a Ventotene, dove i tre intellettuali antifascisti si trovavano al confino.

Ci sono aspetti in questa ripubblicazione che mi comvincono poco. L'idea di Europa, d'accordo, la critica all'imperialismo e alla guerra, anche, ma francamente è difficile attualizzare un testo scritto nel 1941-1942, quando la Seconda Guerra Mondiale era in corso, con la situazione attuale che è diversissima, dove anche i venti di guerra sono comunque altri rispetto a quelli di allora...

Un "esercito" dell'Europa?

Ursula Von der Leyen "con l'elmetto", vuole un deciso potenziamento, anzi, la creazione di un esercito europeo, alternativo a quello degli USA, a difesa dell'Ucraina.

A parte il pacifismo innato di chi scrive, c'è da considerare il rischio della reazione russa (putianiana), dove i rapporti sono già tesi da ben più di tre anni ormai trascorsi dalla invasione russa dell'Ucraina, dove basta ben poco (immaginarsi un esercito europeo, comunque difficile da realizzare, per fortuna) per scatenare una crisi le cui conseguenze sono e rimangono imprevedibili.

Un'Europa unita militarmente mi appare un fantasma da esorcizzare, non da auspicare.

Eugen Galasso

Quali esiti dello show dallo Studio Ovale?

Lo show in TV, visto in tutto il mondo, di Trump con Zelensky "cacciato" dalla White House, con i metodi ruvidi quanto (forse) efficaci di Trump, può dar luogo a esiti diversi. Anche a seconda della prese di posizione differenti della Cina, della Russia (più prevedibili), dell'UE, dove certamente tra quella di Macron e quella di Orban, leader ungherese dichiaratamente filoputiniano, ci sono molto differenze, sia in specifico rispetto alla questione ucraina sia in generale.

A proposito della posizione dell'Europa sulla soluzione della crisi ucraina e sul rapporto con gli USA di Trump

Una posizione coesa nella vicenda della ricerca della pace in Ucraina da parte dell'Europa sarà impossibile, per vari motivi e lo dimostrano alcuni exploits recenti, come il rapporto con gli USA "trumpiani" e la posizione sull'Ucraina. Un pò come la ninfa Europa della mitologia, che amoreggiava con Jupiter (Giove) provocandolo e poi ritraendosi (e il finale è noto...).

L'Unione Europea guarda in modo "duplice" ai nuovi USA trumpiani, alla NATO, all'Ucraina senza una linea precisa, o meglio. "ondeggiando". Del resto, i tanti paesi diversi che la compongono hanno esigenze e interessi diversi su quasi tutto, dunque un "minimo comun denominatore" è difficile da individuare.

Eugen Galasso

Lotta politica su casi giudiziari. Ancora non conclusi.

Si ripete spesso: "Le sentenze si rispettano". Sì, ma bisogna anche tener conto degli errori giudiziari. Senza entrare in merito a casi aperti che riguardano personalità politiche anche "eminenti" (ministri e sottosegretari) non si intende perchè l'opposizione non solo chieda a ogni costo le dimissioni anche di persone non condannate con sentenza definitiva, accusate di reati non proprio "evidenti"...

La lotta politica, credo, comporterebbe anche altre scelte, certo non legate a casi giudiziari, dovendosi incentrare piuttosto sul problemi concreti, come l'aumento vertiginoso dell'inflazione.

Eugen Galasso
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Elezioni in Germania. Vince la CDU (con l'apporto decisivo della CSU)

Le elezioni tedesche hanno visto un successo atteso della formazione di estrema destra AFD (Alternative fuer Deutschland). Curioso che tutti i TG italiani di stamani abbiano dato la notizia in termini diversi: vittoria della CDU (Christliche Demokratische Union), riflesso condizionato di un paese, l'Italia, nel quale ha vinto sempre e monopolizzato la vita politica e informativo-culturale la DC, ossia il partito cattolico di centro, in cui non era consentite "linee di fughe" nè di sinistra nè di destra...

Ma venendo al risultato elettorale tedesco, dobbiamo considerare come il risultato dei due partiti cattolici coalizati, CDU e CSU, debba essere inquadrato: in Germania il cattolicesimo è ormai minoritario rispetto alla religione luterana e, dopo la riunificazione all'Est, e non solo, l'indifferentismo religioso domina. Possiamo ben dire che nel campo dei vincitori, più ancora della CDU, domina la CSU (Christliche-Soziale Union), fondata da Franz Josef Strauss, partito iperconservatore, solo cattolico (anche se Strauss dava il benvenuto anche ai prostestanti, non risultano iscritti al partito dei non cattolici), che ha portato alla coalizione centrista il deciso apporto della destra conservatrice, "argine" rispetto all'AFD, in Baviera che è lo stato più esteso e il secondo per popolazione della Germania...

 

Eugen Galasso

L'incapacità di confrontarsi con le sfide dell'USA di Trump

L'incapacità delle sinistre europee, anzi, meglio, di molti partiti europei di vario colore, a confrontarsi anche criticamente con le sfide dell'amministrazione Trump segnala un problema globale, che coinvolge ormai tuitto il mondo, incapace di accettare la sfida di un'amministrazione molto decisa, che non vuol più fare il "gendarme del mondo" ma, al tempo stesso, esige dalla Nato e, in genere, dall'Unione Europea un altro modo di fare politica e di gestire l'economia. Una sfida che non puo'essere accolta passivamente, ma con cui bisogna confrontarsi, cosa che Ursula von der Leyen & Co., per ora, non sembra in grado di (voler) fare...

Eugen Galasso

Il declino socialista in Europa ha un nome: Olaf Scholz

Il declino del socialismo in Europa ha un nome, in particolare: Olaf Scholz, il cancelliere tedesco indegno della grande tradizione socialista in Germania che aveva espresso nella sua storia personalità quali Willy Brandt ed Helmut Schmidt, tra loro certamente diversi ma conseguenti nel perseguimento di una politica corente con il socialismo europeo, dal Nord Europa alla Spagna.

Scholz, invece, di cui il settimanale "Der Spiegel", certo non vicino all'opposizione conservatrice, indicava già l'inesorabile declino più di 9 mesi fa, con la sua politica incerta, troppo prona alle politiche "green" dei Verdi, ha sancito il tracollo di un partito che, dopo l'uscita di scena della Merkel (CDU-CSU) sembrava tornato alle antiche glorie. E il declino in Germania (come del resto sta avvenendo anche in Austria) sembra in sintonia con una crisi a livello europeo.

Eugen Galasso

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