Idee e suggestioni culturali

Idee e suggestioni culturali (14)

Sciacquare i panni nell’Hudson: l’italiano tra globalizzazione e anglicismi

Sciacquare i panni nell’Hudson: l’italiano tra globalizzazione e anglicismi
Da Manzoni ad oggi, una riflessione sull’evoluzione della lingua italiana in un mondo sempre più interconnesso.

Nel suo celebre lavoro di revisione dei Promessi Sposi, Alessandro Manzoni descrisse il proprio processo di adeguamento linguistico come “sciacquare i panni in Arno”: un modo per ricondurre il suo italiano scritto a una forma viva e condivisa, ispirandosi al fiorentino parlato, considerato all’epoca il modello di riferimento.
A distanza di due secoli, la lingua italiana continua ad evolversi e trasformarsi, questa volta in un contesto radicalmente mutato: quello della globalizzazione, del digitale e della crescente influenza dell’inglese.
Nel linguaggio quotidiano, nel lavoro, nella pubblicità e nei media si assiste a un costante afflusso di termini inglesi. Alcuni esempi ormai diffusi includono parole come CEO al posto di “amministratore delegato”, feedback per “riscontro” o “opinione”, deadline per “scadenza”, escalation per “aumento” o “inasprimento” e de-escalation per “riduzione della tensione” o “distensione”, perfino crossword per “cruciverba”.
Molti di questi termini provengono dal mondo tecnologico, economico o manageriale e sono spesso veicolati da contesti internazionali dove l’inglese è lingua franca. La loro adozione può avvenire per diverse ragioni: praticità, rapidità di comunicazione, appartenenza a reti globali, aderenza a format e convenzioni internazionali.
La presenza di anglicismi non rappresenta necessariamente un impoverimento linguistico. Può essere letta anche come un segno della vitalità della lingua, che si adatta a nuove esigenze comunicative. Tuttavia, ci si interroga su quanto questi prestiti siano davvero indispensabili o se esistano alternative italiane altrettanto efficaci.

Il linguista Tullio De Mauro, nella sua Storia linguistica dell’Italia repubblicana (2016), ha osservato come: “Negli ultimi anni gli anglismi hanno scalzato il tradizionale primato dei francesismi e continuano a crescere con intensità, insediandosi (…) anche nel vocabolario fondamentale.” È irresistibile l’ascesa degli anglismi? - Tullio De Mauro - Internazionale

Questa analisi, come molte altre, fotografa un fenomeno linguistico in atto, che si manifesta non solo nei registri alti o specialistici, ma anche nella lingua d’uso comune. La lingua, come ogni organismo vivente, cambia con l’ambiente. In un mondo connesso, multiculturale e digitalizzato, non sorprende che l’inglese svolga un ruolo così pervasivo. L’Accademia della Crusca sugli anglicismi: intervista a Stefania Iannizzotto.

Oggi, quindi, non è più l’Arno ad offrire il modello di riferimento, ma forse l’Hudson, il Tamigi o il cyberspazio globale? La lingua italiana si muove tra eredità storica de innovazione, tra tradizione e adattamento. Osservarne il percorso significa comprenderne meglio le dinamiche ed i futuri possibili.
Più che una scelta da giudicare, si tratta di un cambiamento da esplorare con consapevolezza.

Franco Boscolo

La tesi di Sgarbi su arte e artisti "fascisti" non è confermata dalle realtà, come si vede anche a Bolzano

Passato per molte peregrinazioni politiche (percorrendo quasi tutto l'arco costituzionale, in realtà), Vittorio Sgarbi, nuovamente sottosegretario alla Cultura dal 2022, nel saggio-pamphlet "Arte fascismo", Milano, La nave di Teseo, sostiene (è la tesi centrale del libro) che "Il Fascismo è l'opposto dell'Arte, ma non c'è Arte che il Fascismo possa limitare. L'artista non puo'essere mai, in quanto tale, fascista"(op.cit., p.23, ma e'anche in esergo al libro).

Ora, a parte il dogmatismo (magari paradossalmente "libertario", come Sgarbi ama definirsi) dell'affermazione apodittica, credo proprio che la realtà di certe opere d'arte (anche quelle massicciamente presenti a Bolzano, città "fascistizzata" con l'italianizzazione forzata imposta dal regime) contraddica quanto affermato dal critico d'arte, trattandosi di opere che, volendo riprodurre e copiare la grandezza della Romanità classica, ne rendono in realtà, tardivamente e comunque "fuori tempo", una riproposizione non necessaria nè richiesta.

Altra cosa è il razionalismo, ma qui il discorso si farebbe lungo...

Eugen Galasso

Rinuncia al Presepe: è un atto di rispetto delle altre culture o di rinuncia alla propria?

La volontà di taluni direttori di istituti scolastici e accademici, ma anche di vari negozianti, di "togliere" il presepe dalle rispettive istituzioni o dai negozi non costituisce una forma di rispetto delle altre culture, religiose e non, ma semplicemente la rinuncia alla propria cultura, cioè una volontà semplicemente suicida, foriera di effetti quasi certamente negativi.

Lo si è visto in tutte le realtà francesi, italiane, di altre nazioni, che hanno voluto ricorrere a tali metodi. Per motivi, non si sa bene, legati alla volontà di intercettare altre sensibilità o solamente per entrare in altri mercati.

Eugen Galasso

Krampus e San Nicolò. Tradizione si, ma basta con con il malcostume di picchiare

Lassù in Suedtirol/Alto Adige si avvicinano date non festive ma di "festa sostanziale", con il Krampus il 5 e il Nikolaus (San Nicolò o san Niccolò) il 6 dicembre. Chi scrive ha sempre immaginato che fossero sostanzialmente due amici, ossia il Krampus come un diavoletto innocuo, capace di giocare con San Nicolò, di litigare magari un pochino come fanno Don Camillo e Peppone nei romanzi e racconti di Guareschi.

Buon Ferragosto!

Perché ci si augura "Buon Ferragosto"? Si tratta di un'antica festa romana (Feriae Augusti, ossia ferie dell'imperatore, dato che "Augustus" è il nome archetipico di ogni imperatore) che si estese ad ogni civis romanus.

Ma anche nella tradizione nordica e celtica c'è una festa per questo periodo centrale dell'estate: "A Midsummer Night's Dream" (Sogno di una notte di mezza estate), che tutti conosciamo grazie all'omonima commedia scritta da Shakespeare a fine 1500, e che ha origine in tradizioni molto più antiche, legate a culti astrali (sole e luna, ovviamente) fortemente radicati.

Per il mondo cattolico, che ha ereditato molte delle feste che erano in uso nel mondo romano, dando loro nuovi significati, il Ferragosto è la festa dell'Assunzione della Vergine Maria.

In un modo o nell'altro, quindi, questa giornata si distingue e merita di essere passata bene. Allora, Buon Ferragosto a tutti!

Eugen Galasso

Scomparso Bodei, filoso, studioso dell'estetica.

Il filosofo sardo Remo Bodei, morto a 81 anni, era un finissimo studioso di estetica, pubblicando opere fondamentali su Hegel ("Sistema ed epoca in Hegel", 1974, edizione ampliata e sostanzialmente nuova 2014), il delirio tra psicoanalisi e filosofia ("le logiche del delirio", 2000), le passioni ("Geometria delle passioni", 1991), Freud ("Il dottor Freud e i nervi dell'anima", 2001), Ernst Bloch, marxista critico che aveva studiato soprattutto l'"ateismo nel cristianesimo", le cui lezioni Bodei aveva seguito con molta attenzione, insieme a quelle di Karl Loewith ("I senza Dio. Figure e momenti dell'ateismo").

Lettura di un vecchio testo: Rosemberg e Nietzsche

Leggere (nell'originale tedesco) il discorso/allocuzione tenuto da Alfred Rosenberg su Nietzsche il 15 ottobre del 1944, centesimo anniversario della nascita del grande pensatore (ma anche giorno nel quale la disfatta della Germania nazista era ormai praticamente certa), è stato uno shock o meglio, a dire il vero, una delusione.

Scomparso Ugo Gregoretti, narratore ironico e disincantato della vita

Intellettuale decisamente di parte, Ugo Gregoretti, romano di origini napoletane, scomparso a quasi 89 anni (li avrebbe compiuti a fine settembre) era brillante, intelligente, caustico, mai volgare. Attivo in TV (entrato con raccomandazione, come tanti/e, lui rivendicava la cosa con ironia), dove firmò già nel 1960 "La Sicilia del "Gattopardo" (documentario pluripremiato), ma anche "Il Circolo Ptichwick" dal capolavoro di Charles Dickens, ma anche trasmissioni satiriche e (mi limito al meglio) "Viaggio a Goldonia" con il grande Paolo Poli.

Di Montigny su "Panorama": allarme fondato sull'incapacità delle persone di elaborare informazioni ed opinioni

Secondo me è il fulcro intorno al quale girano un po' tutti i ragionamenti sulle capacità di vivere di molti cittadini: quelli di loro che non sono in grado di capire il nesso tra le cose, spesso nemmeno sanno capire il significato delle cose, e nemmeno sono in grado di capire perchè certe cose si dicono e quali conseguenze sono legate alle cose che vengono dette.

Di questo tema si occupa, in fondo, Oscar di Montigny scrivendo un bell'articolo sul numero in edicola del settimanale "Panorama" (nr. 15/2018, pag. 41). "Più del 70% (cioè 7 su 10 !!!!! come dire, sette persone su dieci che incontriamo per strada !!! n.d.r.) della popolazione (fonte OCSE) non riesce a comprendere brevi testi di utilità quotidiana e a compiere le più basiche operazioni di calcolo."

Homo Informaticus: performance di Duccio Canestrini a Bolzano

Venerdi sera, 20 ottobre alla Kolping di via Ospedale, con inizio alle 20.30, è in programma una conferenza-spettacolo di Duccio Canestrini a base di immagini, suoni ed idee sul tema del rapporto tra gli uomini e la società informatizzata d’oggi.

L’entrata è gratuita e la durata della performance è di circa un’ora.

Titolo della performance di Canestrini è: “Homo Informaticus. Storia, antropologia, scenari futuri”. L’organizzazione è del Cedocs e dell’Ufficio Educazione Permanente della Provincia.

Scompare Paolo Villaggio, protagonista inquieto e dirompente del panorama culturale italiano

Paolo Villaggio scompare a 84 anni compiuti a fine dicembre 2016. Un personaggio dirompente, Villaggio, inquieto oltre le aspettative. Molto dinamico, polemico e non poco, impegnato anche politicamente, invero in modo un po' "oscillante" (era stato, in tempi diversi, comunista, radicale, "grillino", sempre implacabile critico del clericocattolicesimo made in Italy).

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