I GRAND HOTEL IN ALTO ADIGE RACCONTATI DA ZOEGGELER

Ha riscosso grande successo il seminario tenuto dall’architetto Alexander Zoeggeler presso Cedocs. Tema: l’architettura alberghiera in Alto Adige.


arch. Alexander Zoeggeler sua

Prendendo lo spunto dal documentario dell'archivio provinciale CAB “Gli albori del turismo – I Grand Hotel” per la regia di Gerd Staffler, l’arch. Alexander Zoeggeler ha sviluppato un percorso storico iniziando la trattazione dal 1077, anno nel quale si colloca il nucleo fondativo di Bolzano.
L’analisi storica ha puntualizzato i momenti salienti della storia del capoluogo, legandola poi alle vicende che direttamente riguardavano il tema della conferenza; premessa necessaria per comprendere come sia le vicende storiche, sia l’evoluzione della realizzazione di infrastrutture in Alto Adige, abbiano segnato il presente del turismo nella nostra regione.
L’arrivo della ferrovia, intorno al 1860, la ripresa commerciale di Bolzano, la costruzione di strade e delle centrali idroelettriche sono stati elementi essenziali per lo sviluppo delle attività turistiche e per il successivo, ulteriore slancio teso alla costruzione di nuove strutture ricettive. Gli alberghi si situano, dunque, nelle loro vicinanze.

Zoeggeler Grand Hotel Carezza

Inizialmente si affaccia in regione un turismo aristocratico, per il quale sono immaginati i Grand Hotel all’interno dei quali c’era davvero tutto, come presso il Grand Hotel Carezza: negozi, parrucchieri e poi, in un’incantevole quinta dolomitica, il golf - così dettaglia l’arch. Alexander Zoeggeler- che ha ricordato anche come proprio il Grand Hotel Carezza fosse stato subito allacciato alla propria linea elettrica, prima ancora del capoluogo, Bolzano.

Hotel Paradiso Val Martello arch. Giò Ponti

La narrazione continua affrontando il mutare dei tempi, le guerre, le crisi, il declino del concetto di Grand Hotel assieme al trasformarsi del turismo, l’idea degli “Sport Hotel” e poi degli “Euro Hotel”, modelli di accoglienza che si adattano velocemente alle trasformazioni in corso fino ad arrivare ad oggi, al turismo di massa.

Ricche le citazioni di eventi e di nomi di grandi architetti che si sono avvicendati nella nostra regione per realizzare le strutture ricettive – Gio Ponti, Armando Ronca, Othmar Barth, ricordando che quest’ultimo aveva studiato nello studio di Pier Luigi Nervi, ecc. - cogliendo, attraverso un gran numero di immagini, le differenze salienti che raccontano il passare del tempo e delle mode.

Negli anni ’80 si punta più su ciò che desidera l’ospite che non sull’architettura e quegli anni segnano un’ulteriore cambio di rotta nel concetto stesso di turismo.

L’architetto Zoeggeler si è poi soffermato sull’architettura innovativa dei rifugi alpini che raccontano come stia cambiando anche il modo di essere alpinisti piuttosto che escursionisti: non più necessariamente fatica, sudore e rifugio spartano, ma, perlomeno per alcuni di loro, dopo la fatica e il sudore non si disdegna un rifugio con chef stellato e qualche lusso anche a 3000 metri. Numerose, interessanti e spettacolari le immagini anche in questo ambito, fotografie tra le quali ricordiamo quelle del bivacco Gervasutti, del rifugio Ponte di Ghiaccio, del rifugio Oberholz e molti altri.

Franco Boscolo

Last modified onSabato, 23 Giugno 2018 06:06