“Come può il turismo contribuire allo sviluppo sostenibile delle Alpi?” Un importante workshop a Bolzano.

Organizzato dalla Delegazione italiana della Convenzione delle Alpi, dal Ministero dell’Ambiente italiano, il Gruppo di Lavoro "Turismo" della Convenzione delle Alpi e la collaborazione di Eurac Research, il workshop si è tenuto a Bolzano lo scorso 24 aprile. 

La Delegazione italiana della Convenzione delle Alpi ha presentato al pubblico presente, in prima battuta, quanto già discusso in seno al gruppo “Turismo sostenibile” della Convenzione delle Alpi sul tema proposto; parola d’ordine SOSTENIBILITÀ, ricordando che la Convenzione delle Alpi supporta i decisori politici verso scelte che vadano in quella direzione, con la volontà di promuovere un turismo ecologico con l’ideazione di prodotti turistici innovativi per le zone alpine.

Gli esperti segnalano che in particolare su tutto l’arco alpino si sta registrando il maggior aumento delle temperature a fronte dei cambiamenti climatici in atto e ciò deve indurre ad un sostanziale cambiamento dell’offerta che dovrà necessariamente essere diversificata.

locandina 

(La locandina d'invito

Al saluto introduttivo da parte della Convenzione delle Alpi, tenuto da Giulia Gaggia dell'ufficio di Bolzano della Convenzione, sono seguite le relazioni del prof. Harald Pechlaner, di Arnulf Hartl, della dott.ssa Antonella Drappero e di Gerhard Vanzi. Con queste relazioni sono stati affrontati i temi riguardanti l’innovazione per il turismo alpino, analizzando nuove tendenze quali la presenza di ospiti non necessariamente legata alla stagionalità e superamento della stessa, l’importanza del binomio vacanza/salute, l’apporto significativo dell’organizzazione di eventi sportivi, dell’enogastronomia, degli agriturismi a fronte di un turismo “blasonato”, consapevoli che, un aumento significativo delle presenze in un ambiente sensibile come quello alpino, assieme alle evidenti variazioni climatiche, rischia di compromettere un ecosistema complesso e delicato.

Di qui il confronto con alcune buone pratiche che sono state, in particolare, al centro della presentazione della dottoressa Antonella Drappero, riguardante le azioni promosse nella zona delle Valli di Lanzo e del Monferrato, con la proposta di un turismo lento e umano, per giungere poi al cuore del dibattito con l’Analisi della "Carta di Cortina", un predisposto per inquadrare l'ospitalità di un grande evento sportivo come i mondiali di sci in quel delicato ambiente naturale, ma che può rappresentare una "buona pratica" da utilizzare per analoghe occasioni nelle quali vanno coniugate le esigenze dei grandi eventi sportivi con le esigenze di difesa dell'ambiente.

Cortina d’Ampezzo, in previsione dei prossimi mondiali di sci alpino, che si terranno 65 dopo l’edizione del 1956, ha voluto cogliere l’occasione per essere capofila di un progetto ben più ampio sulla sostenibilità degli sports invernali e dei grandi eventi sportivi in ambito alpino. Come hanno spiegato i responsabili della Fondazione Cortina 2021 ( www.cortina2021.com  ), essendo la "Regina delle Dolomiti" coinvolta nell’organizzazione di un evento potenzialmente assai impattante, valendosi del supporto del Ministero dell’Ambiente, nello spirito della stella polare SOSTENIBILITÀ, ha definito e realizzato la “Carta di Cortina”. In essa si legge che “I maggiori ispiratori del documento sono il Ministero dell’Ambiente e il Comune di Cortina d’Ampezzo, sulla scia delle ultime risoluzioni in tema ambientale, come l’accordo di Parigi del dicembre 2015”, e ancora: “Obiettivo della Carta: rafforzare un modello di sviluppo turistico green oriented, fondato da un lato sull’efficienza nell’uso delle risorse come acqua e suolo, e dall’altro sulla limitazione delle emissioni di gas serra e dei costi energetici” ( www.cartadicortina.com  ).

La discussione sul merito ha portato a presentare nel workshop bolzanino due strumenti preziosi, dei quali Cortina si avvarrà, per analizzare sistemi complessi: da un lato il “WATER FOOTPRINT” ( www.minambiente.it/cose-la-water-footprint ), indicatore di consumo di acqua dolce “che include sia l’uso diretto che indiretto di acqua da parte di un consumatore o di un produttore”: il water footprint assesment, che si sviluppa in tre fasi, è “una misura volumetrica del consumo e dell’inquinamento dell’acqua…”. La seconda indagine di cui la "Carta di Cortina" si avvarrà è il “CARBON FOOTPRINT”, parametro che “esprime in CO2 equivalente il totale delle emissioni di gas ad effetto serra associate direttamente o indirettamente ad un prodotto, un’organizzazione o un servizio” ( www.minambiente.it/cose-la-carbon-footprint ).

I temi presentati dai relatori che si sono succeduti sono stati successivamente sviluppati ed approfonditi nel corso della tavola rotonda finale, coordinata da Christian Baumgartner, che ha, in particolare, evidenziato l’importanza di aver impostato uno studio così approfondito e significativo come quello che scaturirà dal percorso sancito dalla Carta di Cortina e che si appresta a diventare un modello di riferimento operativo per tutto l’Arco Alpino.

Franco Boscolo

Last modified onVenerdì, 04 Maggio 2018 14:03