Le Farc colombiane: un libro le assolve

Chi scrive, marito di una donna colombiana, parlante e leggente/scrivente in spagnolo, dopo essere stato due volte in Colombia, è riuscito a scrivere di miti colombiani e di poesia-letteratura colombiana, circa 3 anni fa anche di pedagogia, anche su questo giornale online, con uno scambio epistolare con un'assistente sociale di Buenaventura/Valle del Cauca, senza mai affrontare l'argomento FARC, ossia guerilla. Ora, nel volume "La rose assassinée" del giovane giornalista e storico Loic Ramirez (Pantin, edizioni "Note de la Fondation Gabriel Péri", 2015) ho trovato una riabilitazione quasi totale della stessa FARC, che non sarebbe responsabile né del narcotraffico né di altro (uccisione di civili). (read more-clicca sul titolo)

Ora, se è vero che la grande responsabilità della grande sperequazione sociale sociale colombiana è dell'oligarchia dominante, come Ramirez sottolinea più volte, le "colpe" della guerriglia non sono nulle/inesistenti, dove le FARC non sono né Robin Hood né i sandinisti nicaraguensi, per intenderci. Il libro ha indubbi meriti, ma non riesce a fare chiarezza, lasciando varie zone d'ombra: per fare solo un esempio di tipo strettamente storiografico, nel libro si parla della "socialdemocratizzazione "della FARC e della sua "ala politica", l'Uniòn Patriotica, ma poi Ramirez non ne spiega le conseguenze e implicazioni concrete nell'azione e nella teoria; un altro limite ritengo sia individuabile nel riferirsi, da parte dell'autore, quasi unicamente alle fonti giornalistiche del Partito Comunista Colombiano (che forma l'essenza della citata Union), ossia al suo organo di stampa "VOZ", la cui diffusione mi risulta essere quasi unicamente clandestina.

Eugen Galasso

Last modified onDomenica, 05 Giugno 2016 14:46