assumere legalmente

Ricordi, e considerazioni, sessantottesche

Di recente ho recuperato una copia della rivista fiorentina "Il Ponte", numero speciale del 1989 (anno XLV, n.5, settembre-ottobre 1989), che riproduce le relazioni del convegno all'università "La Sapienza" di Roma del  28 aprile 1988 su "Socialismo liberale: Carlo e Nello Rosselli, Ernesto Rossi, Gaetano Salvemini".

Sono per me, socialista liberale, autori di riferimento e quindi ne dirò solo bene, credendo che il tragico fallimento del comunismo sovietico, peraltro preconizzato da tanti dissidenti, anche magari inizialmente coinvolti nella "sperimentazione" sovietica, deve far aspirare a più giustizia sociale nella maggiore libertà possibile, per dire le cose in breve.

Relazioni di  Paolo Sylos Labini, Giovanni Pugliese, Norberto Bobbio (sic!), Gaetano Arfé, Luciano Bolis, Paolo Casadio, Fabrizio Federici, Cosmo G. Sallustio Salvemini, Gennaro Sasso, Valdo Spini, una lettera di Vittorio Foa(scomparso, nel frattempo,  come anche Bobbio, Arfé e Sylos Labini).

Leggendo il testo di Federici, che condivido in toto come quasi tutti gli interventi riportati, incontro il passo seguente: "SI tratta ormai, per tutti e quattro (gli autori discussi nel convegno, vedi sopra, e.g.) della fine d'un esilio ingiustamente decretato, dalle convergenti censure del dogmatismo stalinista e dell'integralismo cattolico: e sbrigativamente rinnovato, "in appello", negli anni di furore ideologico seguiti al '68, quando lo spazio per una sinistra autenticamente riformista, laica e non dogmatica, non solo nel nostro Paese, sembrava essersi ridotto veramente a zero"(cit. p.191).

Del 1968 ho un ricordo solo pre- adolescenziale, del "dopo" un po'di più: sarà che non l'ho veramente vissuto, quel tempo, ma ritenevo che certe levate di scudi contro il Sessantotto (anche di Berlusconi e di altri) fossero esagerate. Ma leggendo bene la frase di Federici non gli si può dar torto: il '68 e i dintorni hanno visto affermarsi un orribile marxismo-leninismo dogmatico imposto con convinzione-imposizione martellante...

Dev'esser stato il 1974, facoltà di Lettere e Filosofia, andavo in biblioteca perché professori e assistenti, ma anche studenti erano in sciopero. Mi raggiunge un "baldo manipolo" di studenti, ovviamente scioperanti, che mi dissuasero dal continuare lo studio, rimproverandomi krumiraggio e altro ancora.

Marx, Lenin dominanti, certo non gli autori sopra citati.

E Firenze non era Milano, non era Roma, non era Bologna...   

 

Eugen Galasso

Last modified onDomenica, 05 Giugno 2016 13:49