Eh non so perché, non lasciano l’erba…
- Written by Giulia Gaggia
- Published in Edilizia ed ambiente
Se domandate ad una persona che risiede lontano dal Capoluogo altoatesino cosa gli viene in mente a sentir nominare la città di Bolzano, la prima cosa che vi risponderà sarà "grandi spazi verdi aperti a tutti".
Se questa è, almeno in parte, la nomea che Bolzano ha al di fuori della sua Provincia, mi domando: perché ci troviamo a leggere di situazioni sempre più diffuse riguardanti lo scarso interesse che i nostri politici hanno nei confronti dei principali polmoni verdi della città?
Un primo esempio è il pluri-discusso progetto del parcheggio che si vuole realizzare lungo le passeggiate del Talvera e che interromperà uno dei più bei corridoi verdi della città, elemento di vanto dei bolzanini e di invidia dei turisti che lo scoprono durante le loro visite nel Capoluogo.
È vero, il problema dei parcheggi affligge Bolzano, come qualsiasi altra città italiana, europea e forse perfino mondiale, ma su una cosa mi sono ritrovata spesso a pensare: ha senso dipingersi come una Città Verde, sostenibile ed attenta all'ambiente, quando, anziché migliorare ed incentivare il servizio del trasporto pubblico o i servizi di car sharing, si sceglie invece di compromettere un bene prezioso come quello delle passeggiate del Talvera per realizzare un parcheggio interrato che non permetterà mai più la crescita di nuove alberature?
Non credo che il problema dei parcheggi lungo viale Venezia sia nato all'improvviso, e posso anche provare a comprendere coloro che vivono la necessità di possedere un box per la propria macchina, per quella della moglie e magari pure per quella del figlio; ma a che prezzo? Un prezzo che sicuramente anche loro pagheranno, poiché vivono proprio ad un passo da quella che tutti sono abituati a chiamare "la passeggiata".
Sappiamo cosa può succede agli spazi privi di identità: diventano zone di confine dalle quali la popolazione si allontana e che richiamano piccoli gruppi di giovani spesso annoiati e lontani dal controllo delle famiglie che fanno dei quel luogo il proprio territorio.
Come è successo, ancora a Bolzano, alla Piazza San Vigilio, ad Oltrisarco, piazza che non incentiva di sicuro l'incontro tra i residenti (anche se quando fu inaugurata suonarono le trombe trionfali del progetto innovativo, persino artistico, che avrebbe fatto felice il quartiere ed orgogliosa l'intera città) e che di fatti ora è divenuta scenario di un progetto di riqualificazione chiamato San Vigilio Workers' Club che invita i residenti e cittadini tutti a partecipare, facendosi portatori della propria esperienza, a incontri partecipati Comune-Residenti.
Ma ha senso intervenire a posteriori? Non era meglio organizzare questi momenti di incontro e confronto prima, quando il progetto e le decisioni sono ancora delle semplici bozze, quando ascoltando tutte le voci e le esigenze si è ancora in tempo a non compromettere un bene amato da molti rispondendo alla necessità di pochi?
Altro esempio, il terzo che voglio fare, riguarda la colletta organizzata dal consigliere provinciale Alessandro Urzì per pagare l'affitto del Parco Ducale che ammonta a 20 mila euro, cifra a mio giudizio alquanto modica per il nostro Comune soprattutto se si pensa all'importante funzione sociale e ricreativa che riveste per moltissime famiglie.
Che senso ha spendere risorse intellettuali, tempo e denaro per ricreare spazi di aggregazione urbana con un livello elevato di qualità della vita quando poi lasciamo che spazi già esistenti e che si dimostrano da anni vincenti vengono chiusi o distrutti per lasciare spazio a chi sa cosa, magari un parcheggio (!)?
La cosa che più mi lascia perplessa è di come una giunta di sinistra, capitanata da un Sindaco sensibile alle questioni ambientali tanto da aver lavorato presso un Parco Nazionale, ed un Assessore all'ambiente eletta nella lista dei Verdi permettano, per assicurarsi qualche voto alle prossime elezioni, di distruggere, perché questo è il verbo corretto da utilizzare, un elemento caratterizzante per la città e di riconoscimento e affettività per i suoi cittadini.
Il Signor Sindaco ha risposto al Consigliere Urzì che se il Parco Ducale dovesse chiudere è lo stesso, perché tanto ci sono i prati del Talvera lì vicino. Quegli stessi prati del Talvera che devono lasciare spazio a nuovi parcheggi interrati mi viene subito da pensare (!).
Visto il periodo che stiamo vivendo e la crescente perdita di interesse e fiducia delle persone nei confronti della politica e dei politici mi chiedo se forse per accappararsi qualche voto non convenga cambiare strategia e puntare ad avvicinarsi alle persone, a ciò che le rende felici e soddisfatte del luogo nel quale vivono e crescono i loro figli, felicità che si può tradurre in realtà grazie alla capacità di ascoltare e di mediare tra gli interessi diffusi e diversi che chi si definisce politico deve saper fare.
Se questi luoghi potessero parlare racconterebbero di bambini che hanno imparato ad andare in biciletta proprio lì; di chissà quanti compleanni festeggiati con amici e parenti; di anziani che hanno trascorso, facendosi compagnia tra loro, le calde estati bolzanine seduti sulle panchine alla ricerca di un po' di fresco; di bambini che usciti dall'asilo continuavano a giocare rincorrendosi in un luogo sicuro e pulito; di ginocchia sbucciate e capricci; di amicizie sbocciate correndo al tramonto lungo l'argine e chissà che altro ancora...
Anche questi sono luoghi della memoria, luoghi che ci legano e ci fanno sentire parte della città nella quale viviamo, ma che se continuiamo così mostreremo ai nostri figli solo in cartolina...
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