Partiti socialisti europei: è da definire un programma per ritrovare appeal

Di recente ne "L'Express" il segretario del PSF (Parti Socialiste Français), partito "disastrato" dalle ultime elezioni presidenziali, proponeva (mi trovo pienamente d'accordo, peraltro) il ritorno a Jean Jaurès, grande leader e teorico del socialismo europeo, ucciso alla vigilia della Prima Guerra Mondiale (estate 1914). Tornare a Jaurès vuol dire riscoprire giustizia sociale integrale (superamento del capitalismo come si presenta ora) e libertà.

In consonanza con ciò, la SPD (Sozialdemokratische Partei Deutschland), accettando a malincuore la "Grosse Koalition" con la CDU-CSU (l'ala bavarese, la più "cattolicona" e filo-banchieri), vuole una netta inversione di tendenza della politica europea, superando il neoliberismo e quindi il "rigorismo" economico.

Tutto bene, ma come? La definizione concreta di programmi per i partiti socialdemocratici europei è da sperare e da definire, in specie in questo momento, nel quale il socialismo europeo (dalla Gran Bretagna ai paesi scandinavi, al Portogallo, per non dire dell'Italia) è in una situazione di crisi indubbia e innegabile.

Eugen Galasso

Last modified onGiovedì, 25 Gennaio 2018 09:37