Moralisti vecchi e nuovi tengono ancora e sempre Craxi nel mirino.

In un ottimo e molto equilibrato saggio, in "Nuova Rivista di Storia Contemporanea", Anno XIX, n.6, Novembre-Dicembre 2015, Roberto Chiarini, storico della politica e docente di Storia dei partiti politici, esamina come la figura di Bettino Craxi sia andata incontro ad una demonizzazione sostanziale, incurante di rivalutazioni successive.

Notevole l'aggressività - da sempre - dei dirigenti ex-e post-comunisti (ma ovviamente già a partire dall'allora PCI), dei "nuovi (ormai vecchi, però) moralizzatori"di "Mani pulite" (magistrati d'assalto e giornalisti), di chi è arrivato dopo, ma continua a esprimersi in modo violento, come Marco Travaglio, ma anche altri politici e giornalisti dei "Cinque Stelle" oggi in prima linea per rivendicare la "moralità".

Tre i capi di accusa individuati dai "Moralisti" vecchi e nuovi: A) Bettino Craxi era un vero politico "puro", quando già (inizio anni Novanta, appunto) si iniziava un odio qualunquistico contro i "politici puri" identificati con i "politicanti", la "partitocrazia" etc., non senza rigurgiti fascisti e qualunquisti; B) L'aver sottoscritto il patto (pur se critico) con la DC - insomma il cosiddetto patto CAF (Craxi-Andreotti-Forlani). Che questo fosse da intendersi come un patto "critico", sempre pieno di spinte dialettiche non veniva né viene preso in considerazione, facendo di "tutta l'erba un fascio".... ;C) L'invito ad andare al mare, in occasione del referendum sulla preferenza unica, promosso da Mario (Mariotto) Segni, nel giugno 1991, invece un invito "profetico", considerando l'attuale disaffezione verso l'istituto referendario non diremo tout court, ma certamente in molti casi.

Eugen Galasso

Last modified onMercoledì, 25 Ottobre 2017 14:37