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Ferruccio Minach, scomparso uno dei leader del socialismo in Alto Adige

Con Ferruccio se ne va un vero protagonista: della vita politica ed amministrativa di Merano, città dove risiedeva, e del socialismo altoatesino, nel quale ha sempre militato in posizioni prima socialdemocratiche e poi di autonomismo socialista. Non poteva essere diversamente per un ammiratore di Turati e di Adler, ai quali significativamente aveva intitolato il circolo culturale che aveva presieduto.

Ho tanti bei ricordi di lui, tante volte ho avuto bisogno di sentire il suo consiglio, tante volte mi ha dato la soddisfazione di collaborare con me sia nella politica di partito sia in una cosa nella quale credeva molto, ed io con lui: la pubblicistica quale strumento per far conoscere la storia delle idee (e degli uomini che le sostengono).

Per il gusto di qualche battuta salace ha pagato spesso dei prezzi, ma non ho mai saputo se li subisse volentieri o meno. Di sicuro aveva il gusto della polemica e sapeva trovare il punto debole dell'avversario del momento e su quello colpirlo implacabile e dissacrante.

Certo era uomo e politico di pasta del tutto opposta a quella dell'ostentazione.  E come uomo privato - naturalmente non ho avuto confidenze sul suo privato - mi ha preso di sorpresa quando mi ha mostrato e regalato il suo primo libro di poesie. Titolo "Domenica triste". Qui ho trovato l'uomo con i suoi sentimenti, con il suo modo di stare al mondo, delicato. E proprio rileggendo stasera questo suo libretto ho trovato questa poesia, "Chiesa di periferia", che mi va di riportare qui a suggello della sua memoria in questo molto modesto mio ricordo.

"Domine non sum dignus" ... questa voce

lieve mi giunse sulla vuota via:

Tra nebbia e sera, lì in periferia

pur la triste domenica era in croce.

"Domine non sum dignus" di fra i banchi

deserti e freddi e un'umida parete

ancor lo ripetè quel vecchio prete

davanti a quattro vecchierelli stanchi.

Era nebbia, era sera. E la tristezza

di quel giorno già inutile e lontano

nel mio inseguire e nel non giunger mai

mi si accrebbe ancora d'amarezza

per non poter pregare, e dissi piano:

Signore, non son degno ... e me ne andai. "

 

Ciao, Ferruccio.

 

FG   

Last modified onDomenica, 05 Giugno 2016 13:46
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